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Roma
Vedere oltre. Storia dell’Istituto per non vedenti S. Alessio
Alunni del S. Alessio con strumenti musicali e insegnante 1928

Quest’anno il Centro Regionale Sant’Alessio - Margherita di Savoia per i Ciechi compie 150 anni, confermandosi una solida realtà di welfare emancipato per la reale integrazione sociale delle persone con disabilità visiva. Per raccontarne la storia e l’identità, dando voce ai suoi protagonisti, il Sant’Alessio ha aperto i suoi archivi allo storico Luigi Scoppola Iacopini per l’opera “Vedere Oltre – storia dell’Istituto per non vedenti S. Alessio”. Edito da Palombi Editori e Musa Comunicazione, viene presentato domani, 14 dicembre, alle 17.30 nella Sala Accademica del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma durante una serata dedicata ai festeggiamenti per il centocinquantesimo compleanno.

 

Fondamentale è stato il contributo di Sorgente Sgr, che gestisce il fondo Immobiliare Sant’Alessio e fa capo al gruppo finanziario-immobiliare di Valter Mainetti. Il volume è stato elaborato in seguito a una ricerca documentale negli archivi della Curia generale dei Padri Somaschi e nel Centro Regionale Sant’Alessio, con grande dedizione e impegno per illustrare quanto la missione si sia evoluta nel corso degli anni. Fondato da Papa Pio IX, pontefice illuminato che per primo gettò le basi di un sistema di accoglienza degli emarginati, l’istituto fu subito affidato ai Padri Somaschi.

 

Il volume racconta, attraverso i carteggi, l’impegno crescente per l’educazione e la scolarizzazione dei disabili visivi: l’antico Sant’Alessio ospitò la prima scuola per non vedenti, dove si insegnavano i metodi Ballù e Braille e la sezione del Conservatorio di Santa Cecilia distaccata presso l’antica sede all’Aventino, ha formato schiere di musicisti non vedenti. E, più avanti negli anni, ha dato avvio ad una scuola media pubblica, primo modulo di integrazione, frequentata dagli studenti del territorio e dai ragazzi non vedenti; ha poi avviato il laboratorio nell’antica falegnameria, il convitto per studenti universitari, e ha formato non vedenti da avviare al lavoro di centralinista telefonico.

 

Oggi le attività del Sant’Alessio sono più ampie che in passato e rafforzano l’offerta di servizi alla persona nell’abilitazione, riabilitazione, educazione e formazione.

 

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