Roma

Vertenza Sky, Raggi scrive a Gentiloni e Calenda: “Fate da mediatori”

Azzola (Cgil): “Licenziati anche i dipendenti che avevano accettato il trasferimento”

Il sindaco di Roma si schiera dalla parte dei dipendenti Sky e invia una lettera al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per chiedere al governo di intervenire come mediatore. Secondo quanto trapelato, Raggi esprime preoccupazione per la sorte dei lavoratori e lancia un appello affinché mettano “in campo tutti gli strumenti necessari per riconsegnare a Roma un ruolo centrale nella strategia di sviluppo economico del Paese”.

 

Manca più di una settimana all'incontro tra Raggi e Calenda sul “Tavolo per Roma”, previsto per il 17 ottobre, ma il sindaco viene travolto dagli eventi della sua città e interpella il ministro del Mise “per evitare la perdita di professionalità e posti di lavoro nella Capitale”. Il sindaco aveva esternato le proprie preoccupazioni già nel pomeriggio di martedì 3 ottobre, durante l'incontro in Campidoglio con la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. Entrambe avevano convenuto riguardo alla necessità di una soluzione per i dipendenti dell'azienda.


Lunedì 2 ottobre, infatti, 80 lavoratori della sede romana di Sky hanno ricevuto una lettera di licenziamento, sebbene alcuni di essi avessero manifestato la propria disponibilità ad essere trasferiti a Milano, secondo quanto previsto dal nuovo piano aziendale. I sindacati sono subito partiti all'attacco: "Altro che percorsi innovativi, piani industriali e social mitigation. Con l'invio delle lettere di licenziamento, i dirigenti di Sky hanno gettato la maschera e chiarito quello che era evidente a tutti sin dall'inizio: nessun piano innovativo ma solo la chiusura brutale della sede romana, declassata di fatto a mero ufficio di corrispondenza", hanno dichiarato Michele Azzola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio e Riccardo Saccone, segretario generale della Slc Cgil di Roma e del Lazio. "Licenziando anche persone che avevano accettato un percorso di trasferimento a Milano - continuano - questa azienda ci libera finalmente da un equivoco: l'inadeguatezza infrastrutturale di Roma non c'entra nulla. Qui si tratta dell'arroganza di una multinazionale che ha deciso semplicemente di rivedere i propri assetti in Italia e, magari, liberarsi dei lavoratori con un costo più alto. Si tratta con tutta evidenza anche della risposta stizzita al pronunciamento del giudice del lavoro di Roma che ha condannato l'azienda per atteggiamento antisindacale nella gestione della vertenza. Altro che azienda moderna, queste sono reazioni da 'padroni delle ferriere'. Noi andremo avanti con le nostre azioni sindacali e, soprattutto, legali. Ci aspettiamo una presa di posizione chiara anche da parte del Governo al quale non dobbiamo certo ricordare come Sky sia titolare di licenze pubbliche", concludono i sindacalisti.


Prima del sindaco Raggi si era espressa un'altra grillina, la candidata alle regionarie per il Lazio Roberta Lombardi, che sul suo profilo Facebook aveva scritto: “Lo scorso Febbraio avevamo denunciato la situazione precaria della sede romana di Sky. L’azienda, infatti, nel mettere in atto il suo processo di “innovazione” (come lo hanno definito i vertici del gruppo) non sembrava avere un progetto chiaro, ben definito. Il timore, ora divenuto realtà, era che tutto ciò si sarebbe tradotto in dei tagli al personale. Nelle settimane passate alcuni dipendenti hanno sostenuto dei colloqui individuali per trasferirsi nella sede di Milano, dal momento che l’alternativa era la perdita del posto. Peccato che Sky abbia valutato in modo negativo tutti questi colloqui, iniziando a consegnare – proprio nella giornata di ieri – le lettere di licenziamento ai lavoratori coinvolti”, ha dichiarato la deputata M5S.