Roma

Vi rubano la bici? Cercatela su facebook. Furti e sospetti, il gruppo è già un must

di Patrizio J. Macci

Uno spazio virtuale sul social network Facebook dove i cittadini della Capitale possono segnalare il furto della bicicletta usando il proprio cellulare, oppure un avvistamento sospetto e contemporaneamente discutere di tutto quello che ruota intorno al mondo dei velocipedi: modelli, sistemi antifurto, quotazioni. Il gruppo si chiama "Bici rubate a Roma" e il numero degli iscritti cresce in maniera esponenziale.
Partito da Bologna, realtà più piccola e circoscritta dove acquistare una bicicletta dalla provenienza incerta è una pratica inusuale, è approdato all'ombra del Colosseo da circa un mese. Complice la crisi economica l'uso delle due ruote è stato riscoperto in accoppiata con il mezzo pubblico, motivo per il quale spesso si possono vedere parcheggiate in mancanza di rastrelliere e luoghi sorvegliati in maniera improvvisata; legate a un palo della luce con una catena in prossimità di fermate della metropolitana o dell'autobus. I ladri, occasionali o di professione, hanno fiutato il business e colpiscono senza pietà. Chi subisce il furto se ha fotografato la propria bicicletta prima del "fattaccio" o possiede il numero di matricola, ha la possibilità di caricare immediatamente la foto sul social network e chiedere aiuto agli altri iscritti. Tra le foto c'è di tutto: chi ricerca disperato la vecchia "graziella" alla quale era legato per motivi d'affetto, il possessore del bolide ultimo modello ipertecnologico che si è allontanato per comprare le sigarette cinque minuti e non ha trovato neanche più l'antifurto usato per bloccare la bici, il genitore al quale è sparita la bici del bambino nell'androne del palazzo.
Associazioni di appassionati, negozianti, patiti, ognuno è chiamato a dare il suo contributo. Le biciclette rubate spesso finiscono in un luogo di passaggio con affisso sopra un cartello "vendesi", mentre il ladro aspetta nelle vicinanze il potenziale cliente. Basta fare una foto, postarla sul gruppo e scatta la verifica. Si racconta di rocamboleschi riconoscimenti e inseguimenti di alcune bici in diretta, con il balordo che è riuscito a farla franca per il momento, mentre in altre città sarebbero stati consegnati con successo direttamente nelle mani delle forze dell'ordine. L'attività di intelligence ha una sua connotazione anche nella ricerca virtuale. Gli utenti possono segnalare foto di biciclette sospette nei negozi on line, fotografie che catturano sempre lo stesso sfondo con diversi modelli e che possono far sospettare una provenienza illecita e il venditore come un ricettatore seriale oppure anello di un sistema di riciclo di materiale acquisito in maniera illecita. Il deterrente comincia a dare i propri frutti, gli appassionati consigliano gli errori da non fare in materia di antiscasso. Qualcuno propone sistemi di sicurezza antifurto -non si capisce se inventati o relamente esistenti- provenienti dalla lontanissima Cina, resistenti a qualsiasi tipo di tenaglia o sega tanto da immaginare un'improbabile situazione: "Lega la bici al cancello del palazzo, i ladri (disperati) rubano il palazzo". La caccia è aperta.