Roma

Via green pass dai ristoranti: “Vacciniamo i profughi" Lo chef Colonna ringhia

Lo chef di Labico: “Siamo passati dalla padella Covid alla brace caro energia. Se togliamo la mascherina e poi arrivano 3 milioni di profughi..."

“Sono fiducioso nella scienza, ma adesso vaccineranno i milioni di profughi in arrivo dall'Ucraina? “Se sono gli scienziati a dire che non occorre più il green pass, allora ben venga questa scelta. Però non vorrei che invece di andare avanti andassimo indietro”.

Lo chef Antonello Colonna, parlando con l’agenzia adnKronos plaude al nuovo decreto grazie al quale dal 1 aprile non sarà più necessaria la certificazione verde per accedere agli spazi all’esterno dei ristoranti e dal 1 maggio non servirà neanche per i locali all’interno, ma mostra scetticismo, “sia di fronte al nuovo aumento dei casi di Covid, che riguardo al fatto che il 70 per cento dei 3 milioni di profughi in arrivo dall’Ucraina non è vaccinato. Nelle immagini in televisione – fa notare – non ne è ho visto uno che indossasse la mascherina”.

“Sono contento se finalmente si tornerà alla normalità - prosegue lo chef del ‘Resort Colonna’ di Labico - ma solo perché lo ha stabilito la scienza, non perché ipoteticamente sia stata vinta la battaglia da parte dei no green pass. Sono felice per i miei clienti e anche a livello personale. Se però ci togliamo la mascherina e poi arrivano 3 milioni di profughi non vaccinati, qualcosa non mi torna: continuo ad avere fiducia nella scienza ma voglio anche capire se queste persone che fuggono dalla guerra saranno vaccinate. Io sono sempre stato favorevole al siero, ho ricevuto 631 minacce dopo aver detto che se non facevano il vaccino avrei licenziato i miei dipendenti, poi la cosa è stata superata dal fatto che è stato imposto il super green pass per lavorare. I miei clienti stessi mi chiedevano per primi il green pass perché si sentivano più protetti. Non sono contro il governo, ma a Speranza vorrei chiedere sei i profughi saranno vaccinati oppure no”.

I conti del caro energia

Colonna si sofferma anche sull’aumento dei costi dell’energia e su come incidono sul bilancio delle sue attività. “In 150 anni di storia imprenditoriale, prima la mia famiglia e in seguito io stesso abbiamo assistito, dalla Spagnola fino al Covid e alla guerra in atto, a scenari terribili ai quali siamo sopravvissuti. Adesso non è tanto l’aumento del prezzo delle materie prime alimentari a farci paura, ma quello del gas e della corrente elettrica, che fra l’uno e l’altra, ci hanno causato un incremento della spesa pari a 4 volte. Siamo passati dalla padella del Covid alla brace dell’energia e ora ci toccherà inserire anche questa voce di spesa nei preventivi che facciamo quando organizziamo i nostri avvenimenti. Altre decisioni prese? Non faremo più la pizza: non è possibile far restare acceso un forno dalla mattina alle 8 fino a mezzanotte oppure si deve fare una cosa inconcepibile facendola pagare 60 euro. Stessa cosa la Spa del resort, che per mantenere gli stessi prezzi potrà essere accessibile soltanto in alcune ore e non più tutto il giorno. In ultimo i ristori: sono state gocce nell’oceano, hanno corrisposto il 10 per cento del fatturato. Non come in Germania, dove i ristoranti hanno recuperato il 90 per cento e tutti erano addirittura contenti di non lavorare”.