Roma

Vigili del fuoco, Usb: “Pochi uomini e mezzi, la dirigenza pensa al risparmio”

Costantino Saporito, coordinatore nazionale Vigili del fuoco Usb, parla del corpo dei pompieri e delle sue difficoltà

La coperta è sempre corta, ma lo è soprattutto per i Vigili del fuoco che da anni devono far fronte alla mancanza di uomini e mezzi, che spesso sono vetusti. Tutto mentre i piani alti proseguono con la politica del risparmio, incrociando le dita che tutto fili liscio.

Avere a che fare con pochi mezzi e uomini succede negli interventi di tutti i giorni, ma anche quando scoppia un incendio provocato da sterpaglie secche andate a fuoco. Un intervento ordinario, durante l’estate quando spesso e volentieri la siccità regna sovrana, che però si trasforma in un maxi incendio dove vengono coinvolte le persone che cercano di dare una mano ai pompieri. Costantino Saporito, coordinatore nazionale vigili del fuoco Usb, dice basta e denuncia le problematiche che affliggono il corpo dei pompieri.

Cosa succedei ai vigili del fuoco? Si parla di mancanza di uomini e autobotti

“È una catastrofe annunciata. Sono anni che si vive in carenza di organico. Ma è tutto il corpo nazionale dei vigili del fuoco in carenza. Da qui deriva l’impossibilità di usare molta dell’attrezzatura in dotazione. Siamo allo stremo delle forze, ma c’è anche un problema di mezzi perché quelli che abbiamo sono del ‘98. Roma ha un problema di mezzi atavico: ci sono solo 2 autoscale e poche autobotti. Hanno 20 anni di servizio, oggi dovrebbero essere in disuso mentre sono ancora ordinari. Con questo mix, fra le unità che mancano e i mezzi a disposizione che sono vecchi, accade che qualunque emergenza, anche se quelle successe negli ultimi giorni dovrebbero essere l’ordinario, diventa un problema. Ci sono meno di 200 uomini per turno che devono far fronte non solo alla città di Roma, ma anche a tutta la provincia. Durante gli ultimi incendi di sterpaglie, avevamo i nostri canadair e gli elicotteri che volavano ma non c’era il personale di terra che indicava dove gettare l’acqua. I Vigili del fuoco stanno mettendo una professionalità immensa in campo, ma è dettata dal loro cuore. Ma più lavorano, più rischiano infortuni ed errori. E poi devono scegliere su quale intervento intervenire”.

Visto che siamo in estate, una stagione in cui gli incendi sono più frequenti, si poteva fare qualcosa di più?

“È una pianificazione che dovrebbe fare la nostra dirigenza, ma non la fanno. Con la mentalità del risparmio sperano che vada tutto bene e dicono continuiamo. L’opinione pubblica si muove solo quando tutto brucia, ma non nell’ordinario. Non ci aiutano mai, abbiamo bisogno di assunzioni. Ormai siamo arrivati al lumicino”.

E quindi come fate durante gli interventi?

“Quando scoppia un incendio o è richiesto un nostro intervento, il nostro obiettivo è quello di farli durare il meno possibile per creare meno disagio possibile, ma con 200 uomini è praticamente impossibile. Se i Vigili del fuoco non intervengono su una chiamata perché non ci sono mezzi o uomini, i cittadini sono coinvolti in prima persona e si sentono il dovere di dare una mano. Magari prendono la pompa d’acqua di casa propria per aiutare a spegnere le fiamme, ma il civile non avendo le competenze rischia la propria vita. Anche perché servono delle attrezzature specifiche”.

A quanto ammonta il personale dei Vigili del fuoco nella Capitale?

“Oggi a Roma ci sono 1240 uomini. Di questi 1200 una buona parte è intoccabile perché sono le unità specifiche, il numero iniziale sembra grosso ma ogni giorno non hai 1200 pompieri a disposizione contemporaneamente. Quelli intoccabili sono Fiumicino e Ciampino, perché sono nuclei specializzati, è personale che sta solo sull’aeroporto”.

Quante unità dovrebbe avere Roma?

Per essere accettabile, il corpo dovrebbe avere almeno 2000 vigili del fuoco. Parigi ad esempio ha 60mila pompieri solo per la città. Roma ha un’estensione pari a Milano, Torino, Napoli, Firenze, Catania, Palermo, Bologna ma non ha la dotazione dei Vigili del fuoco di quei comuni”.