Roma

Vigili Roma, dimissioni di Napoli rinviate. Raggi dà il via alla rivoluzione

Il sindaco ordina al comandante della Polizia Locale la rotazione all'interno dei gruppi dei vigili prima, e il trasferimento verso nuovi territori poi

Vigili Urbani Roma, dimissioni rinviate per il comandante Stefano Napoli che questa mattina ha rimesso l'incarico nelle mani del sindaco Virginia Raggi. Ma si tratta solo di un rinvio condizioni nato dall'impegno di avviare la rotazione dei caschi bianchi all'interno di ciascun settore di ogni gruppo e poi tra i diversi gruppi municipali.

Il I Gruppo Centro Ex Trevi è quello nel mirino: la Raggi ha chiesto al comandante di intervenire subito effettuando una rotazione territoriale dei vigili che lavorano nel Centro storico, in particolare di quelli che si occupano di controlli su commercio e ambulantato, edilizia e cinema. Praticamente la richiesta del sindaco è quella di uno spostamento immediato all'interno del gruppo a diverse mansioni, per poi arrivare ad una rotazione extragruppo, e quindi in un altro territorio di Roma, dei vigili che ora lavorano nel Gruppo del I Municipio.

Per Napoli è l'ultima spiaggia, con il rinvio delle dimissioni anticipate che si andrà a scontrare con il contratto in scadenza nel mese di dicembre. Di fronte agli scandali, la Raggi ha scelto la linea soft consentendo al supercomandante un'uscita dignitosa legata alla fine del contratto e non una rimozione forzata sull'onda dell'emozione.

Secondo la Raggi Stefano Napoli, “azzoppatto” da Report e dallo scandalo della coppia in intimità nell'auto di servizio, dovrebbe riuscire laddove tutti i sindaci degli ultimi 10 anni hanno fallito, e ciò nello sradicamento degli orticelli creati ad hoc agevolati da un sistema burocratico e iper sindacalizzato.

Per Napoli i guai non sono finiti. La vigilessa vittima di una fuga di video e registrazioni audio messe appositamente farà certamente ricorso contro il suo trasferimento d'ufficio che invece di tutelarla la ha esposta alla satira. Non c'è vigile urbano di Roma o dipendente del Comune che grazie a questa manovra brutale non abbia riconosciuto la collega ed i suoi legami familiari all'interno del corpo. Oltre la divisa, l'aver consumato un atto sessuale è stato utilizzato come leva ricattatoria ed è su questo aspetto penale che la procura dovrà indagare prendendo in considerazione ogni responsabilità: da colui che ha registrato l'amplesso, fino alla scelta del trasferimento che ha svelato la sua identità. Un atto ingenuo da parte di un comandate che avrebbe dovuto come primo atto tutelare la donna e la sua privacy nonché la sua famiglia.

Dunque, il gesto della Raggi è solo un espediente per guadagnare tempo e cercare di mettere una pezza a colori in una storia surreale. Secondo quanto risulta ad affaritaliani.it, i legali della vigilessa avrebbero presentato una serie di denunce circostanziate sull'autore delle registrazioni e contro la mancata tutela da parte del comando del Corpo.

E così quello che è nato come un pasticcio e diventato la barzelletta d'Italia, è stato messo “a posto” con un altro pasticcio. A dicembre, la resa dei conti. Resta solo che aspettare.