Roma

Vigili Roma, si dimette il comandante Napoli. Scandali: “Il Comune sapeva”

Il capo della Polizia Municipale rassegna le dimissioni dopo gli scandali degli ultimi giorni: “Raggi sapeva tutto, ma non c'è mai stato un cenno di vicinanza”

Il Corpo dei Vigili Urbani di Roma vede cadere la testa del suo comandante: Stefano Napoli ha rassegnato le dimissioni in una lettera inviata a Virginia Raggi. Se ne va sbattendo la porta, anticipando di un mese l'addio e rovesciando sul sindaco tre pagine di bordate post inchiesta di Report e scandalo per il sesso nell'auto di servizio.

Come anticipato la settimana scorsa da Affaritaliani.it nel giorno successivo alla messa in onda del servizio di Report, Stefano Napoli si è dimesso. Di fronte agli scandali, la Raggi aveva scelto la linea soft, consentendo al supercomandante un'uscita dignitosa legata alla fine del contratto in scadenza il 31 dicembre e non una rimozione forzata sull'onda dell'emozione. Ma il piano del sindaco è saltato a tal punto che nella tarda serata di lunedì, a lettera già inviata, la Raggi ed il fido assessore al Personale Antonio De Santis hanno provato a smentire la notizia delle dimissioni nel tentativo di evitare l'ennesima brutta figura, ma senza riuscirci.

Napoli ha così scelto di dimettersi dopo solo cinque mesi inviando una lettera lunga tre pagine al solo sindaco di Roma in cui ha spiegato di non aver sentito la difesa della Raggi verso la sua persona e verso il Corpo: "Ho dovuto constatare con sorpresa e rammarico la mortificante assenza del benché minimo cenno, da parte sua (della Raggi, ndr), di vicinanza alla mia persona e al mio ruolo. Ciò è stato tanto più avvilente ove si consideri che l'amministrazione era ed è perfettamente a conoscenza del merito delle vicende oggetto di disinformazione e dunque le è perfettamente noto come i fatti siano stati mistificati in danno di Roma Capitale e della mia persona".

"L'inusitata invettiva mediatica esplosa a partire da lunedì 23 novembre - prosegue la lettera - ha investito e gravemente screditato sia il sottoscritto che l'intero corpo di polizia locale di Roma Capitale. Quali e quante mistificazioni sono state consumate. Così come immediatamente verificabile da chiunque avesse avuto o abbia reale interesse ad approfondire per amore di verità". Quanto ad uno dei passaggi dell'inchiesta televisiva che lo vede chiamato in causa, il dirigente sottolinea nella missiva: "Come si può ragionevolmente ignorare la vera e legittima natura della tanto scabrosa verifica richiestami dall'allora comandante del corpo Angelo Giuliani su sollecitazione dell'onorevole Marsilio, tantopiù che proprio quest'ultimo non ha mancato prima della puntata di Report di chiarire le vere ed inequivoche ragioni di quella interlocuzione?".

Secondo il sindaco, Stefano Napoli sarebbe dovrebbe riuscire laddove tutti i sindaci degli ultimi 10 anni avevano fallito, e cioè nello sradicamento degli orticelli creati ad hoc agevolati da un sistema burocratico e iper sindacalizzato. Una mission impossible che Napoli ha preferito non svolgere.

Dalla reggenza del “duro” Antonio Di Maggio, in cui i vigili urbani sembravano aver trovato la retta via, sembrano passati anni luce. Con il pensionamento dopo 4 anni di Di Maggio, il Corpo è piombato in cuna crisi che sembra senza fine. Dei caschi bianchi che sfidavano i Casamonica a colpi di ruspe c'è rimasto solo il ricordo.

Ora parte, di nuovo, il toto nomi in Campidoglio per la scelta del successore. Il pole resta Paolo Gerometta, il generale dell'Esercito collocato alla Risorse Umane del Campidoglio. Nei piani della Raggi dovrebbe essere lui ad avere il compiuto prendere in mano il Corpo dei Virgili Urbani di Roma.