Vincenzo Salemme al Sistina. Equivoci e risate: torna “Una festa esagerata”
Costraddizioni, debolezze e pregiudizi umani affrontati con il sorriso
Equivoci, paradossi e risate. Torna al Teatro Sistina di Roma “Una festa Esagerata” la commedia firmata Vincenzo Salemme, in scena dal 10 al 28 gennaio sul palco romano.
Dopo il successo della scorsa stagione, il celebre attore napoletano torna con uno show fatto di una comicità farsesca ed irriverente. Facendo leva sul mix di miseria e nobiltà che c'è in ognuno di noi, Salemme stimola la riflessione del pubblico utilizzando l'arma universale della risata. Il risultato è l'equilibrata unione di leggerezza e tradizione, uno spettacolo che mette in luce contraddizioni, debolezze e pregiudizi dell'animo umano.
"Ho scritto "Una festa Esagerata!" a maggio del 2016 - spiega Vincenzo Salemme - ma l'idea di partenza risale a qualche anno addietro. Da quell'idea iniziale ad oggi ho scritto, nel frattempo, "L'astice al veleno", "Il diavolo custode" e ho riscritto una vecchia commedia: "Sogni e bisogni". Tre spettacoli in cui ho tentato una strada diversa da quella della commedia di stampo più classico. Ho provato, cioè, a mescolare insieme la struttura drammaturgica e un linguaggio più consono alla rivista, allo show. Ho provato ad usare i miei testi non più come testi a tutto tondo, compiuti, ma come canovacci all'interno dei quali "scorrazzare" liberamente, senza vincoli di tempo, di azione e di luogo e, soprattutto, senza vincoli di coerenza stilistica e narrativa. Era un tentativo per avvicinare i più giovani al teatro, un tentativo di farli sentire a proprio agio in una realtà che troppo spesso credono superata, vecchia e polverosa. Questi miei esperimenti hanno avuto un buon successo anche se, qualche volta, hanno fatto storcere il naso agli spettatori più affezionati alle mie commedie iniziali. Questa volta, con "Una festa Esagerata...!" credo di aver costruito una commedia che possa accontentare quegli spettatori desiderosi di una sintassi narrativa più teatrale ma, allo stesso tempo, capace di una leggerezza strutturale più adatta al pubblico meno abituato ai ritmi della commedia classica".
Una commedia quindi naturale, ma al tempo stesso colorata, estrema e a tratti farsesca. "Un po' come succede nella vita quando qualcosa o qualcuno ci fa ridere per quanto involontariamente buffo - spiega ancora Salemme - Ma questa è anche una commedia abbastanza crudele verso noi stessi, verso i nostri cedimenti morali. Non credo di scoprire qualcosa di particolarmente nuovo. Temo che l'umanità ondeggi da sempre in un'altalena di miseria e nobiltà. Ma credo anche che il teatro, pur nelle sue corde più leggere, possa ricordare a chi lo fa e a chi lo guarda, che in fondo siamo di passaggio e che, forse, un po' di sana autoironia ci può aiutare a vivere meglio".
Le scene sono di Alessandro Chiti, i costumi di Francesca Romana Scudiero, le Musiche di Antonio Boccia, il disegno Luci di Francesco Adinolfi. Produzione esecutiva Valeria Esposito per "Chi è di scena", Gianpiero Mirra per "Diana or.i.s.".
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