Roma

Violenze sui chierichetti del Papa: via al processo in Vaticano con Pignatone

La prima udienza davanti al Tribunale Vaticano sui presunti abusi al pre-Seminario Pio X finisce dopo soli 8 minuti: è stata riaggiornata per martedì 27 ottobre

Violenze sui chierichetti del Papa: è iniziato mercoledì mattina davanti al Tribunale Vaticano la prima udienza per i presunti abusi al pre-Seminario Pio X, a due passi da San Pietro. Rinviati a giudizio, l'allora rettore don Enrico Radice, accusato di favoreggiamento, e don Gabriele Martinelli, accusato di abusi sessuali ai danni di un giovane ospite della struttura.

Gli imputati nel processo per presunti abusi ai chierichetti del pre-Seminario sono difesi da due donne: Rita Claudia Baffioni per Martinelli, Agnese Camilli Carissimi per Radice. Don Gabriele Martinelli è arrivato per primo, stava seduto con le braccia conserte vestito con una polo nera a mezze maniche e un maglioncino sulle spalle. Don Enrico Radice, allora rettore del pre-Seminario, si è presentato in abito da religioso.

In Aula erano presenti tredici persone, mantenuti i distanziamenti anti contagio, tutti indossavano la mascherina, a partire dal presidente Pignatone, e all'ingresso veniva misurata la temperatura col termoscanner.

Ad inizio udienza sono stati letti i capi di imputazione: "don Martinelli, nato il 9 agosto del 1992 (28 anni), residente a Como, è accusato di aver usato violenza e minaccia, abusando della sua autorità e approfittando delle relazioni di fiducia in qualità di frequentatore anziano del pre-Seminario, tutore e coordinatore delle attività dei seminaristi, ha costretto L.G. (nato il 18 maggio del 1993) a subire rapporti carnali, atti di sodomia, masturbazione su se stesso e sul ragazzo, in diversi tempi e luoghi nello Stato della Città del Vaticano. Le violenze sono avvenute dal 2007 al 2012. Sia Martinelli che la vittima erano all'epoca minorenni". Il 29 luglio 2019 è stato notificato il rinvio a giudizio. Don Radice, nato nel 1949, residente a Como, ha invece “violato il canone 79. 225 del Codice penale. È accusato di avere più volte come rettore, in tempi e luoghi diversi, in Italia e anche all'estero, aiutato Martinelli ad eludere le investigazioni, dopo reati di violenza carnale e libidine. Il 3 ottobre 2013 ha inviato una lettera al vescovo di Como, Diego Attilio Coletti, in cui contraddiceva la denuncia di L.G. contro Martinelli, parlando di 'fumus persecutionis'. Ha poi inviato una falsa lettera a nome del vescovo, su carta intestata della Diocesi di Como, in cui annunciava l'imminente ordinazione sacerdotale di Martinelli. La lettera è stata disconosciuta dal vescovo.Nel 2018, durante un interrogatorio con i pm vaticani, Radice ha sostenuto con certezza assoluta di non essere a conoscenza di atti omosessuali o di libidine nel pre-Seminario di cui era rettore. Ha così intralciato le indagini”.

La prima udienza è durata appena otto minuti: alle 9.37 è iniziata e si è conclusa alle 9.45. Il presidente Pignatone ha quindi chiesto all'avvocato di Radice di "decifrare meglio i temi di prova entro venerdì”. Quindi l'udienza è stata aggiornata a martedì 27 ottobre alle 14 per lo scioglimento della riserva delle prove e l'interrogatorio degli imputati. Gli avvocati hanno già depositato le ammissioni di prova e oggi non hanno presentato istanze.