Roma

Virginia Raggi assolta: non fu falso per Marra. I 5 Stelle si tengono Roma

Assolto il sindaco di Roma: “Il fatto non sussiste”, accolta la tesi della difesa. Il 5 Stella va avanti nel governo di Roma

“Assolta perché il fatto non sussiste”. Virginia Raggi scoppia in lacrime, è la fine di un incubo.

Accompagnata dal marito e dai legali, ordinata come una scolaretta Virginia Raggi è arrivata puntuale all'udienza co giudice monocratico e si è seduta.

L'avvocato Pierfrancesco Bruno, uno dei legali di Virginia Raggi, ha motivato la richiesta di assoluzione con la formula piena perché il fatto non sussiste, sostenendo che "a nostro avviso, ciò che la sindaca ha riferito rispetto alle richieste dell'Anac è oggettivamente vero. Fosse, invece, risultato da elementi concreti che Raffaele Marra si fosse occupato di quei frammenti del procedimento che riguardavano il fratello e lei non lo sapesse, allora, obtorto collo, avremmo dovuto chiedere l'assoluzione perché il fatto non sussiste'".

Una vicenda luga e tornementata, che ha logorato i nervi del sindaco il quale, tramite social, si sfoga così con i propri sostenitori: "Assolta. Con questa parola il Tribunale di Roma, che ringrazio e rispetto per il lavoro svolto, ha messo fine a due anni in cui sono stata mediaticamente e politicamente colpita con una violenza inaudita e con una ferocia ingiustificata - scrive Raggi -Questa sentenza spazza via due anni di fango politico. Vado avanti per la mia città e il movimento Cinquestelle''

 

La profezia (sbagliata) di Pizzarotti

"Penso che la faranno dimettere, o comunque non la sosterranno più, al di là dei racconti che faranno sul votare su Rousseau o meno". Lo ha detto Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, a margine di un evento a Firenze, a proposito della vicenda che ha coinvolto il Sindaco di Roma, Virginia Raggi. "Solo lei - ha proseguito Pizzarotti - può sapere cosa è successo. Penso, inoltre, che tutti i temi legati alle tipologie di reati amministrativi in Italia andrebbero rivisti, perché alla fine i sindaci hanno sempre più responsabilità, sempre meno potere e sempre più sono un capro espiatorio anche politico di diatribe interne".