Roma
Virginia Raggi e il valzer degli assessori. La cronistoria del fallimento M5S
Andrea Catarci sintetizza i cambi di assessori della Giunta Raggi. Il caos di bilancio, rifiuti, urbanistica, società partecipate
di Andrea Catarci *
Particolarmente emblematica delle difficoltà della Sindaca Raggi a governare la complessità di Roma è l’incapacità di creare una squadra di assessori e dirigenti stabile e coesa. Perché se è vero che cambiamenti mirati possono essere fisiologici e risultare persino salutari, per prendere coscienza di qualche mancanza e rimediare, l’infinita alternanza - spesso in discontinuità con i predecessori - è invece chiaro segnale di confusione sull’indirizzo e sulle idee strategiche.
Non è un caso che la girandola di sostituzioni e avvicendamenti, di buchi tappati e caselle lasciate vuote, di divergenze urlate e addii silenziosi, si sia verificata prevalentemente negli ambiti maggiormente problematici per la città, cioè quelli che ne stanno acuendo le crisi e i processi di declino di lunga durata: bilancio, rifiuti, urbanistica, società partecipate.
Vediamo cosa è successo in questi quasi tre anni di Giunta Raggi…
Agli inizi di luglio 2016, dopo la schiacciante vittoria al ballottaggio contro il candidato del Pd Roberto Giachetti, la Sindaca Raggi presenta la giunta M5s, tra l’entusiasmo dei suoi sostenitori e la curiosità di un pezzo di città che pur non considerandola una prima scelta intende metterla alla prova. Nel primo esecutivo ci sono Daniele Frongia (vice Sindaco e sport), Luca Bergamo (crescita culturale), Laura Baldassarre (scuola e sociale), Flavia Marzano (Roma semplice), Linda Meleo (città in movimento), Paola Muraro (sostenibilità ambientale), Paolo Berdini (urbanistica), Marcello Minenna (bilancio), Adriano Meloni (attività produttive).
IL BILANCIO
A settembre 2016 si aggiunge alla squadra Massimo Colomban (società partecipate) e nello stesso mese cominciano gli avvicendamenti, a partire dalla querelle infinita del bilancio capitolino: insieme a Carla Raineri, Capo di Gabinetto, se ne va Marcello Minenna, il dirigente di Consob (l’autorità indipendente di vigilanza sulle società quotate). Questione di giorni e saluta anche il Ragioniere Generale, Stefano Fermante. È solo l’inizio: in un paio di giorni si consuma la fugace esperienza di Raffaele de Dominicis - a causa di un'indagine per abuso d'ufficio – e viene nominato Andrea Mazzillo, che dopo meno di un anno lascerà a sua volta l’onore e l’onere della gestione dei conti capitolini a Gianni Lemmetti, proveniente dalla giunta M5s di Livorno, attualmente in carica.
AMBIENTE E RIFIUTI
A metà dicembre 2016, mentre Daniele Frongia lascia la carica di vice Sindaco, a saltare è la titolare di ambiente e rifiuti, Paola Muraro. L’ex consulente Ama fa un passo indietro a seguito del ricevimento di un avviso di garanzia e le subentra Pinuccia Montanari, proveniente dall’Emilia Romagna e dalla cerchia di fiducia di Beppe Grillo. Resta in carica per due anni abbondanti, finendo per fare notizia soprattutto per l’abbattimento indiscriminato degli alberi e per l’immondizia nelle strade. Dopo la mancata approvazione del bilancio Ama si dimette (febbraio 2019) e ancora non è stata sostituita.
URBANISTICA
A febbraio 2017 rimette l’incarico Paolo Berdini, che già aveva espresso posizioni critiche rispetto alla scelta di rinunciare alla candidatura olimpica: l’assessore all’urbanistica chiede forti tagli alla parte commerciale del progetto dello stadio, in mancanza dei quali avrebbe ribadito la sua contrarietà alla costruzione del nuovo impianto. Anche in questo caso non si trova in sintonia con la Sindaca e per questa ragione - non certo per i giudizi su fatti della vita privata di Virginia Raggi - fa un passo indietro. Al suo posto viene nominato Luca Montuori, proveniente dallo staff di Luca Bergamo, diventato nel frattempo anche vice Sindaco.
SOCIETA' PARTECIPATE
A ottobre 2017 se ne va Massimo Colomban, denunciando le difficoltà strutturali di Roma e delle sue società partecipate e l’assoluta necessità di risorse aggiuntive di circa 2 miliardi di euro per infrastrutture e servizi. Viene sostituito da Alessandro Gennaro, che resta in carica fino a maggio 2018 e non è stato ancora rimpiazzato, malgrado le criticità diventate drammatiche di Atac e Ama e la dichiarata volontà di passare da 31 a 11 aziende pubbliche.
COMMERCIO
Ad aprile 2018 a cambiare aria è Adriano Meloni, entrato in polemica pubblica con alcuni consiglieri comunali M5s sulla vicenda della festa della befana e sul regolamento del commercio ambulante, oltre che sul rapporto intrattenuto con gli storici titolari della maggior parte delle licenze del settore. Al suo posto viene chiamato Carlo Cafarotti, fedelissimo della Sindaca e già suo delegato per il Municipio Roma VIII, commissariato dopo le dimissioni dell’ex Presidente M5s Paolo Pace.
Il presente tra guai giudiziari e fallimento complessivo
Nell’assenza di indirizzi strategici degni di tal nome, la giunta M5s fa notizia per l’inerzia, nonché per i guai giudiziari che hanno coinvolto la stessa Virginia Raggi. Sono finiti in tribunale dirigenti di primo piano come Raffaele Marra, a capo delle risorse umane e braccio destro della Sindaca, che nel dicembre 2016 viene accusato di corruzione; consulenti di fiducia come Luca Lanzalone, Presidente di Acea che nel giugno 2018 viene coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per la costruzione dello stadio; esponenti politici di prim’ordine del M5s capitolino come Marcello De Vito, arrestato per tangenti sempre nell’ambito della vicenda-stadio.
Nel quadro schematicamente sintetizzato, a rimpinguare la squadra di governo sono arrivate prima Margherita Gatta (lavori pubblici) e Rosalba Castiglione (patrimonio e abitare) ad agosto 2017, poi Antonio De Santis, già delegato alle relazioni sindacali e da gennaio 2019 assessore al personale e ai servizi anagrafici. Se le prime due non hanno certo brillato per spirito di iniziativa, a De Santis va invece riconosciuto il merito di aver ripristinato un clima collaborativo tra Campidoglio, dipendenti e organizzazioni sindacali, attraverso il raggiungimento di importanti risultati: la stabilizzazione di oltre 1000 insegnanti ed educatrici precarie, lo sblocco del “concorsone” del 2010 e l’assunzione di 600 tra vincitori e idonei, la restituzione del salario accessorio congelato ai dipendenti, l’indizione dei concorsi per il personale scolastico. Anziché il prerequisito indispensabile a garantire un efficace governo della città, però, l’opera positiva in tema di risorse umane è rimasta l’eccezione unica. Per il resto siamo di fronte a un’esperienza politico-amministrativa che è giudicata fallimentare anche all’interno del partito di appartenenza della Sindaca Raggi, oltre che dalla maggioranza dei Romani.
* Andrea Catarci, Movimento Civico