Roma

Virus Roma, al Policlinico 15 medici oncologici contagiati. Chemio al lumicino

Il racconto di un medico: “Ad Oncologia A e B sono rimasti solo 5 medici. Centinaia di pazienti venuti a contatto con gli infetti”

di Fabio Carosi

Alle 17:22 del 13 marzo, terzo giorno di lockdown per il Coronavirus, al Policlinico Umberto I di Roma ci sono 10 ambulanze in fila per scaricare pazienti sintomatici per i quali è stato chiesto il ricovero. Ma l'emergenza vera è in corsia.

 

Racconta un “camice bianco” in prima linea che chiede l'anonimato per evitare le già minacciate sanzioni disciplinari a chi “parla senza autorizzazione”: “In questo ospedale è esploso un focolaio che ha colpito i medici e che viene tenuto nascosto. Nelle due strutture in cui è divisa l'Oncologia, la A e la B, tra medici e specializzandi sono contagiati 15 medici, di cui 13 sono sotto stretta sorveglianza. Così a fare le chemioterapie e le visite oncologiche sono rimasti cinque disgraziati che cercano di fare il lavoro scremando i pazienti”.

Scusi che intende per scremare?

“Decidono chi si deve salvare e chi no. A chi è in fase terminale del tumore non gli viene somministrata la chemio e basta. In totale nelle strutture A e B vengono somministrate 30 chemioterapie, tenga presente che in condizioni normali siamo tra le 50 e le 60 terapie giorno”.

E i paramedici?

“Non sono stati controllati, chi diventa sintomatico viene spedito a fare il tampone”.

Quanto potrà reggere il reparto di Oncologia in questa situazione?

“I pazienti che hanno terapie orali mandano i familiari a ritirare i farmaci, per gli altri non lo so. Sono rimasti in 5 tra cui un medico Cococo ma il vero problema è l'enorme numero di persone con le quali sono stati a contatto nei giorni scorsi. Centinaia di pazienti e familiari che andrebbero rintracciati, avvisati e messi sotto sorveglianza. Invece hanno dormito e ora tentano di nascondere tutto”.

A testimonianza di quanto raccontato dal medico, Affaritaliani.it allega l'ordine di servizio del Policlinico, datato 10 marzo, dal quale emergono ufficialmente le assenze dei medici per malattia e il blocco totale dei ricoveri dei malati di oncologia.

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