Roma

Virus: Stefano Parisi: “6 mesi persi a drogarsi coi soldi Ue. Ora il conto"

Imprenditore e leader dell'opposizione alla Regione Lazio, Stefano Parisi dipinge l'autunno nero per Roma, il Lazio e il Paese

Coronavirus, crisi economica, vaccino Spallanzani e elezioni Roma: la fine dell'estate e l'autunno per Stefano Parisi sono come il cielo della stagione: c'è il sole, fa ancora caldo ma all'orizzonte le nuvole sono nere, nerissime e cariche di pioggia.

Allora Parisi, che succede a Roma e nel Lazio?

“Quello che succede in tutta Italia, nonostante ci sia questa pandemia da febbraio, il Governo è completamente impreparato ad affrontare questa nuova ondata che è figlia delle vacanze e della gente che si è liberata da un incubo. Ma il Governo e le Regioni affrontano l’onda con lo stesso approccio di 6 mesi fa: puntare tutto e solo sul distanziamento sociale, scaricare tutta la responsabilità sui cittadini, senza garantire la reale attivazione delle tre T (Test, Tracciamento, Trattamento) ”.

Che significa?

“Ancora oggi fare i  tamponi è un’odissea, file interminabili ai Drive In, attese lunghissime per i risultati, mancano i reagenti.  Poi c’è l’ideologia anti-privato, nel Lazio ad esempio la Giunta ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro il TAR che aveva autorizzato i privati a fare i tamponi.  Poi c'è l'App Immuni che è stata abbandonata ed è inutile.  Con il ridicolo dibattito sulla privacy.  Se resa indispensabile avrebbe consentito il tracciamento in maniera seria e l’isolamento dei positivi, liberando il resto delle persone.  Poi c'è lo scaricabarile di Zingaretti che dice che l’isolamento non è responsabilità della Regione ma lo devono garantire le forze dell’ordine.   E' un ragionamento da impiegato non da presidente di Regione e segretario del Pd. Lo Stato e le Regioni devono assicurare la gestione efficiente del contagio per dare tranquillità ai cittadini che devono andare a lavorare, e alle famiglie che devono mandare i figli a scuola."

E poi c'è la scuola con la riapertura tecnica fissata tra qualche giorno...

“Tra 5 giorni si aprono e non c'è ancora una politica chiara. Non si capisce chi e dove saranno fatti i test, la temperatura dove va presa. Ancora oggi chi è entrato in contatto con un positivo fa fatica a fare il tampone. Sia dal punto di vista economico che da quello sociale è impensabile un nuovo lockdown: sarebbe come rimettere il dentifricio dentro il tubetto. La verità è che dopo mesi e mesi il Governo è  impreparato di fronte a questa prevedibile onda”.

Vaccino e sperimentazione allo Spallanzani, secondo lei è una speranza?

“Le speranze sono tante a partire dalla collaborazione e non dalla gara assurda a chi lo trova per primo. Ecco perché si doveva partire con una grande collaborazione tra i centri di ricerca di tutta Europa per uno sforzo unitario. Ora lo Spallanzani che risolve il problema è una speranza ma forse sarebbe stata più utile una collaborazione totale. Ora non resta che attendere che l'eccellenza dello Spallanzani centri l'obiettivo anche se hanno detto loro stessi che se tutto va bene arriverà a primavera. Così ci sarà un lungo periodo di convivenza che non va lasciato alla fortuna: devono isolare i positivi e liberare tutto il resto”.

Dal virus al vaccino finanziato dalla Regione, passiamo al Pd alle prese col nodo delle elezioni romane: che idea si è fatto?

“Se il Movimento 5 Stelle conferma Raggi candidata non ha nessuna possibilità di arrivare al ballottaggio. Ma è pur vero che il Pd è incastrato un un grande accordo a livello nazionale e regionale e basta leggere le dichiarazioni di Roberta Lombardi per capire”.

E il centrodestra?

“La vera partita la giocherà il centrodestra che deve trovare il candidato e il programma”.

Ma con questa lentezza...

“Ci sono le Regionali a settembre, immagino se ne parli subito dopo.  D'altronde alle precedenti elezioni il centrodestra è arrivato con 3 candidati all'ultimo momento ed era marzo. Personalmente spero che quest'anno si arrivi con un po' di anticipo, anche se è presto per parlare di candidati”.

Parisi, che settembre sarà?

“Durissimo. Una grossa incognita sulla scuola. E' assurdo. Sono 6 mesi che la scuola è chiusa e questo Governo fa ancora riunioni tra i ministri e non ha un piano che metta in sicurezza studenti e insegnanti. Poi c'è la grande questione economica con Landini che ricatta Governo e imprese fregandosene della crisi in cui versano le aziende e chiede aumenti di salario senza inflazione e senza produttività. Oggi la grande questione è come ridare forza  al sistema produttivo e il Governo l'unica cosa che sa fare è vietare i licenziamenti. Ha sprecato 100 mld in mille rivoli invece di sostenere in modo deciso la base produttiva del Paese. In autunno arriverà il conto. La ripresa sarà segnata dall'incertezza e col virus che cresce.  Diciamo la verità: il Governo si è “drogato” con i DPCM, i miliardi di deficit, la promessa dei soldi di Bruxelles e la comunicazione a reti unificate: la realtà ora, purtroppo, prevarrà e anche Conte e Zingaretti dovranno farci i conti”.