Roma

In sei mesi assegnate solo 37 abitazioni Ater. Walfare abitativo in crisi

Necessaria una indagine per capire il perché le abitazioni non arrivano ad essere assegnate

Negli ultimi sei mesi sono state assegnate meno di quaranta casa popolari. Un dettaglio “imbarazzante” che rispecchia il welfare abitativo in crisi. È la dura critica dei segretari di Sunia e Sicet di Roma, rispettivamente di Cgil e Cisl. “Trentasette case assegnate a chi ha regolarmente partecipato al bando per l'assegnazione di un alloggio popolare è il bilancio dell'ultimo semestre riportato dal dipartimento delle politiche abitative”, dicono i sindacati secondo cui è necessario scoprire il motivo.

Un dato in negativo se si pensa che tra i primi 750 aventi diritto, “ad avere avuto l'assegnazione sono stati in 4”, sottolineano Sunia e Sicet. “Con un patrimonio di circa 75.000 immobili tra Ater e Comune, ogni anno, stando alla media nazionale, si dovrebbero recuperare tra le 750 e le 1500 case".

Serve comunque una indagine con l'obiettivo di capire "quanto siamo distanti da questo dato ed eventualmente capire il perché". Se il dato sugli alloggi recuperati fosse, invece, "simile alla media nazionale, ancora più seriamente è necessario comprendere perché questi non arrivano ad essere assegnati alla graduatoria".

"Abbiamo condiviso la necessità di sopperire alle disposizioni della Prefettura in merito al piano sgomberi, affinché mai più si ripetano gli episodi di Via Cardinal Capranica o Via Curtatone, ma non è più possibile neanche calpestare il bisogno di chi si è visto riconosciuto il diritto alla casa col suo nome nella graduatoria, per poi essere improvvisamente dimenticati per anni", continua la nota.

Per Sunia e Sicet la soluzione in ambito di welfare abitativo è quella dei 12 mesi: “Una famiglia che oggi fa domanda di una casa popolare, tra un anno possa essere immessa in possesso della casa a cui ha diritto, secondo i requisiti previsti dal bando e seguendo le regole previste dalle norme”.