A- A+
Roma
White King, quando l'arte diventa emozione: il pittore entra nella Top Artist

Una carriera in decollo. Una forma d'arte unica. Un artista unico, eclettico, che ora sta bruciando tutte le tappe, vincendo premi e ottenendo riconoscimenti pazzeschi. White King, classe 1995, è una figura inquieta e sfuggente.

Eclettico in ambito musicale e artistico, animalista con una passione smodata per i rettili, è capace di infondere un’anima musicale alla sua pittura.

Il riconoscimento

Il gusto originale Coca Cola come premio per il giovane artista, arrivato primo in Italia in un concorso di idee creato dalla multinazionale. Ora White King è in corsa per la sfida mondiale che vede in palio quasi un milione e mezzo di dollari. Per raggiungere la vetta italiana ha realizzato un opera su un pallone da calcio, che muta colore grazie a un gioco di luci. Pouring cola sarà esposto a Miami, Washington e Seattle in tre eventi patrocinati dalla Casa Bianca. Ma questo è solo l'ultimo, anche se importantissimo, passo fatto da White King: personali allo spazio Margutta, esposizioni nei templi sacri dell'arte made in Italy e una richiesta paurosa delle sue opere (a breve sarà online il suo nuovo sito whitekingart.it) stanno portando questo artista romano nella top ten degli artisti italiani viventi. Roba da brividi se si pensa che quelle posizioni sono state calcate da Schifano, Marinetti e Rotella. Il 16 ottobre scorso, poi, White King ha ricevuto il premio “Arte e Gusto” di Loredana Paolesse come “Eccellenza italiana 2023” nel campo pittorico, presso la città di Roma Capitale, nella Sala “Di Liegro” Palazzo Valentini. Con l’occasione è stata esposta l’opera “Il Leone”.

Arte e follia

La sua è una sperimentazione folle e ardita: all’inizio le sue opere, circoscritte nell’ambito del disegno e dell’arte digitale, mischiano tecniche di acrylic pouring, pendulum, spin art e acrylic painting. Emerge presto l’utilizzo di nuove modalità estetiche, derivate dall’accostamento di tecniche già esistenti come il “Pouring in pouring o “Pouring on pouring”: i soggetti nascono dallo sgocciolio dell’acrilico in eccesso su un quadro precedente. Dall’astrazione all’estrazione: le figure sembrano comporsi da sole in un processo magico ininterrotto. La scoperta del pouring segna un momento rivoluzionario, quello che gli permette di dare origine ai corpi: White King mostra come ogni essere vivente sia formato da cellule e ricorda il piano di uguaglianza su cui tutti ci collochiamo. Attraverso serie come “Smemagold” e “Lemon Frost”, l’artista ha modo di perfezionare le tecniche fino a scoprire prodigiosamente dove l’ha condotto la sua mano.

Psichedelico e geniale

L’aspetto più seducente del suo lavoro è quello che porta White King a dipingere come fosse sotto ipnosi, in uno stato di trance dove nulla può essere prestabilito. Questo gesto lo guida in territori inesplorati mentre il colore supera le frontiere della nostra immaginazione. Solo a posteriori, White King si rende conto della strada che ha percorso: in questo risveglio, al cospetto dell’opera finita, l’artista prende consapevolezza del proprio gesto. È così che nasce il “Pouring Figurativo Spin Art” (non controllato) o “Arte Impossibile”. Impossibile perché ha a che fare con l’origine delle immagini, con la loro unicità. In epoca di riproducibilità tecnica, di algoritmi e copie conformi, White King realizza opere impossibili da rifare: esse rappresentano un unicum che nega qualsiasi possibilità di riproduzione o di falso. Ritorna all’improvviso, nelle profondità della tela, quell’aura sacra di cui Walter Benjamin parlava più di ottant’anni fa. Qui le onde di colore vengono distribuite su varie porzioni della tela tramite forza centrifuga. Si espandono, creano spessore, disegnano figure e volumi. Ci si potrebbe chiedere come questa massa densa, una volta diffusa, possa assumere forme specifiche. C’è qualcosa che supera i calcoli di probabilità, che non risponde ai dettami di una scienza esatta, qualcosa che eccede qualsiasi imperativo razionale. È così che White King distrugge la sua mania di controllo: perdendolo, abbandonandosi tra le braccia di un destino dalle forme impossibili. E, come da tradizione romantica, più le condizioni si fanno avverse più White King trova il terreno privilegiato per creare.

Un percorso complesso

Eppure l’occhio si fa scheggiato, l’artista è condannato a un destino bipolare: una scissione tra White King e la sua opera, tra il momento inconscio della pittura, dove la furia creativa si manifesta in tutta la sua ebbrezza, e un momento razionale dove White King esce dal labirinto di forme in cui si era perso e analizza il proprio lavoro. Non è un caso se l’artista descrive questi momenti parlando di sé in terza persona: non per mancanza di umiltà ma perché vive la pittura come esperienza estatica di ispirazione pura. D’altronde la dimensione estatica è riconducibile a quel senso di sacro che i suoi colori riescono ad emanare, a quel bisogno di forme in un mondo sempre più liquido e sintetico. L’inconscio prende il sopravvento, White King si perde tra i pensieri e le astrazioni. Arriviamo all’ultimo livello, quello dello spettatore. Il “Pouring Figurativo Spin Art” gli permette di essere finalmente libero dalle dittature di senso precodificato. Egli si trova di fronte a opere aperte, impossibili da catalogare. Procede aprendo le porte della sua percezione, stimolato solo da libere associazioni. White King, del resto, opera in maniera piuttosto analoga a quella dei surrealisti: la sua pittura automatica sembra dialogare con la loro scrittura automatica. Lui lavora su oscillazioni di colore, loro su parole: sarà lo spettatore ad associare liberamente questi movimenti a forme codificabili. La mente lavora infatti per affinità e somiglianze, codifica immagini mentali, raggruppa e infine identifica. È lo spettatore stesso a perdersi nel labirinto di forme e colori che l’opera di White King rappresenta.

Modalità estetica

È davvero difficile definire oggi l’opera di White King: riuscire a ricondurre a una precisa modalità estetica il suo lavoro, trovarne un’etichetta, un nome, incasellarlo in una corrente. Forse per il naturale eclettismo che lo contraddistingue, forse per la carica dirompente che emanano le sue opere, forse per l’afflato misterico, quasi metafisico, con cui affronta la tela. Questo perché l’intera produzione dell’artista mette in crisi qualsiasi possibilità di sintesi. White King non supera le contraddizioni del proprio gesto creativo, piuttosto le abita trasformando le sue opere in una lotta infinita: senza quiete e senza pace, proprio come il loro autore. Solo nello scontro di colori, di particelle e molecole, di istinto e ragione, l’opera svela un’anima. Non è un caso che i lavori di White King restituiscano un’autentica apologia del tatto: toccare con mano, colare, sporcare, gettare. La mano agisce un attimo prima che la mente le imponga di farlo: l’impulso rappresenta l’input inconscio da cui nascono e germogliano forme, figure e animali.

Acrylic Pouring e Spin Art

White King è l’artista di Acrylic Pouring e Spin Art più grande al mondo, l’artefice delle Opere del Destino, ossia i primi lavori in Pouring Figurativo Spin Art che hanno dato origine al movimento dell’Arte Impossibile. Il paradosso, come sempre, va cercato nell’infanzia. Da bambino disegnava continuamente senza conoscerne il motivo eppure quel disegno non aveva nulla di impulsivo: era sistematico, progettuale, calmo. È come se White King crescendo avesse perso la pazienza: un’urgenza febbrile è emersa dalle zone più recondite dell’inconscio, complice anche il periodo storico, tra lockdown e isolamento. Da piccolo disegnava, ora getta il colore: non ci sono vie di mezzo, non ci sono ponti o tramiti, ma solo dicotomie ed estremi che si scontrano. L’evento creativo si genera attraverso diversi stadi di impulso fino a rasentare la follia. E quel punto di non ritorno, quell’ultima colonna, White King la vuole superare. Dopo aver inventato il Pouring Figurativo Spin Art, rintraccia in quelle colate acriliche ancora un margine di ragione e tenta ostinatamente di abbattere quel residuo, anche se questo significa lottare contro se stesso: inseguire un’opera che sia puro impulso, pura, dionisiaca follia. D’altronde le sue mani si muovono come se fossero eterodirette: l’istante creativo è quello estatico per eccellenza, in cui il soggetto perde il controllo e si scopre fuori di sé, abitato dall’Altro. Il destino, con le sue traiettorie paradossali, riprende il suo gioco: quelle forme sono destinate a diventare tali, come se la mano fosse un tramite volto a generare ciò che prima non si poteva vedere ma era fatto per vedersi. Di qui le Opere del Destino e l’Arte Impossibile nella loro forma più autentica. Ci si potrebbe chiedere come White King sia arrivato a questi risultati girando semplicemente il quadro. 

Iscriviti alla newsletter






Cedesi azienda degli Anni 40 sulla Tiburtina: il Demanio si libera delle perle

Cedesi azienda degli Anni 40 sulla Tiburtina: il Demanio si libera delle perle


Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.