Roma
Marchini nega i matrimoni gay, fuoco incrociato del Pd
“Roma è una città cosmopolita e internazionale che non merita e non potrà mai accettare un sindaco come Marchini che la derida agli occhi del mondo”. Così in una nota, Alessandro Zan, deputato del partito democratico, alle affermazioni del candidato sindaco di Roma Alfio Marchini, che ha annunciato che non celebrerà le unioni gay qualora vincesse le elezioni.
“Un sindaco che giura nella Costituzione e nelle leggi dello stato - prosegue il parlamentare - e che dichiara di non voler rispettare la legge non promette bene: forse è il caso di spiegare a Marchini che nel disegno di legge sulle unioni civili non è prevista alcuna obiezione di coscienza. E’ come se un sindaco omosessuale si rifiutasse di celebrare un matrimonio tra un uomo e una donna: una pura follia. Marchini si scusi e faccia un passo indietro”.
"Chi si candida a sindaco di una grande città non può lasciarsi andare a simili dichiarazioni - dichiara in una nota Micaela Campana, relatrice della legge sulla regolamentazione delle unioni civili e responsabile Diritti della segreteria nazionale del Pd - Le parole di Marchini sono gravi perché non esiste obiezione di coscienza quando si parla di celebrazione delle unioni civili e tale affermazione si cala nel campo della discriminazione e dell'illegalità. Chi si candida all'assunzione di un ruolo pubblico, non lo fa in nome di una parte, ma di tutta la cittadinanza con spirito di servizio. Così mentre il parlamento si appresta ad uscire da decenni di brutte figure c'è chi continua a volere erigere muri tra le persone e le vite di centinaia di coppie".