Roma

"Zingaretti bluff": Irpef ridotta di 50 centesimi al giorno. Storace accusa

Via all'approvazione del Bilancio regionale, le accuse di Francesco Storace

"Tutto lascia pensare che Zingaretti, se si voterà per le elezioni politiche anticipate, lascerà la guida della regione. Farà bene, perché finora la sua silente amministrazione si è caratterizzata per un inasprimento fiscale senza precedenti. E il Lazio si è indebitato ancora di più. Ormai la Corte dei Conti calcola in trenta miliardi il 'rosso' della casse regionali”.


Lo scrive Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio in apertura della maratona per l'approvazione del Bilancio regionale.

Prosegue Storace: “Il debito è lievitato grazie al nuovo mutuo trentennale contratto negli scorsi esercizi finanziari proprio da Zingaretti, ansioso di pagare i creditori, ma facendolo pagare ai contribuenti. Che già scontano il fatto di abitare nel territorio con le tasse più alte che altrove. Regione Dazio, potremmo battezzarla.
"Anche la manovra economica che da oggi arriva nell'aula della Pisana - aggiunge - non è esente dalla torchiatura dei cittadini. La riduzione fiscale tanto sbandierata dal centrosinistra sull'Irpef equivale a mezzo euro al giorno pro capite, manco un caffè. In compenso, continua ad essere penalizzato lo sviluppo, con le imprese che restano al palo nella vana richiesta di sforbiciare l'Irap. Non possono tagliare le tasse, dicono, perché c'è il piano di rientro della sanità. Vero, ma non spiegano perché non cacciano a pedate quei direttori generali che continuano a sperperare quattrini nelle aziende sanitarie che governano: quelle della Capitale hanno deficit paurosi. Si paga dazio anche per mantenere i privilegi di partiti e sindacati: i locali delle case popolari Ater sono pieni di furbetti della politica che non si accontentano di sedi pubbliche, ma le pretendono persino a sbafo, senza preoccuparsi di pagare l'affitto. Pretenderemo con un emendamento che chi non paga venga cacciato. Tornando all’addizionale regionale all’Irpef, a fronte di un valore medio nazionale - per le regioni non in Piano di Rientro – pari all’1,23%, la Regione Lazio, a cominciare dal 2014, ha introdotto un sistema impositivo di tipo progressivo che prevede un’aliquota pari all’1,73% per i redditi fino a 15mila euro e del 2,33% per gli importi superiori. A partire dal 2015 l’aliquota massima è stata ulteriormente incrementata di un punto percentuale, passando al 3,33% (l’aliquota media, calcolata considerando il reddito pro capite dei residenti nel Lazio, si attesta all’1,93%).

I risultati ottenuti evidenziano come gli aumenti Irpef abbiano gravato complessivamente per quasi 475 milioni di euro annui sui contribuenti. Una maledizione che si abbatte sui cittadini. Il gettito complessivo Irap destinato al finanziamento della sanità è invece pari a circa 3,9 miliardi, per cui ciascuna delle 478mila imprese aventi sede legale nel territorio regionale ha sostenuto un costo pari a 8.145 euro; se l’aliquota ordinaria fosse stata pari al 3,90%, invece, il costo medio per impresa si sarebbe attestato a 6.590 euro; da ciò si deduce che le politiche di risanamento hanno determinato un extracosto a carico delle imprese pari a 1.555 euro in termini pro capite, pari complessivamente a circa 743 milioni di euro. Sono soldi regalati ai privilegiati".