Roma

Zingaretti inaugura Piazza Grande. Un esercito di sindaci per prendersi il Pd

Il governatore della Regione Lazio rompe gli indugi: "Cambiare strada per costruire una nuova speranza"

di Valentina Ciaccio

"Dobbiamo rigenerare una cultura politica, di cui l'inclusione sia l'anima. Ripartire dall'umiltà, che inizia dall'ascolto di chi ha bisogno di noi, di chi ha bisogno della buona politica. Riproporre in tutta Italia questo spirito, da nord a sud". Allo Scalo di San Lorenzo Zingaretti inaugura la sua "Piazza Grande" per discutere insieme ad oltre 3mila persone presenti la nascita di un Partito democratico che deve ricostruirsi.

 

“A Piazza Grande, venite tutti, portate passione, idee, fiducia nell’altro, creatività, voglia di lottare” così Nicola Zingaretti ha scritto nel presentare i due giorni che consacreranno definitivamente la sua candidatura alla segreteria del Pd. E in tanti hanno risposto all’invito, circa 3200 persone all’interno dell’ex Dogana a San Lorenzo a Rom nella giornata di sabato. In prima fila Nicola Zingaretti seduto accanto a Maurizio Martina, attenti ad ascoltare tutti gli amministratori locali invitati a contribuire al dibattito.  Il segretario del Pd si dice pronto ad ascoltare e confrontarsi con tutti i candidati: "Sono qui per chiedere unità e apertura - ha dichiarato Martina all'arrivo, annunciando - I primi di febbraio ci saranno le primarie, e dopo il Forum partirà il percorso che ci porterà all'appuntamento dei gazebo".

L'intervento del governatore della Regione Lazio è l'ultimo, il più atteso: "Siamo il triplo di quello che immaginavano - esordisce Zingaretti - Questo è un luogo, Piazza Grande, che non si conosceva bene prima di oggi. Qui deve nascere un posto di incontro e condivisione". Il numero uno della Pisana lancia così davanti ad oltre 3mila persone la grande riforma dell'Italia "semplice", che scommette sugli amministratori locali per rilanciare i vertici del partito: "Dobbiamo rigenerare una cultura politica, di cui l'inclusione sia l'anima - prosegue Zingaretti - Ripartire dall'umiltà, che inizia dall'ascolto di chi ha bisogno di noi, di chi ha bisogno della buona politica. Riproporre in tutta Italia questo spirito, da nord a sud. Il processo di rigenerazione della politica è prendere atto di dover cambiare. Non abbiamo alcuna intenzione di voler tornare indietro, verso strade battute e che hanno fallito. Ma non vogliamo neanche andare avanti per la stessa strada, noi vogliamo cambiare strada. Costruire finalmente una nuova speranza per questo Paese. Questa è la missione che un leader non può avere da solo, ma deve essere la sfida di un popolo che si mette in cammino".

"Piazza Grande è un cammino difficile che è inziato bene, ma proiettato verso la costruzione di una forza popolare che metterà in campo una nuova visione e una speranza - conclude Zingaretti - che parterà dai territori per raccogliere nuove idee. Rilzarsi per iniziare a vincere".

Ad inaugurare la mattinata di interventi Paola De Micheli, deputata del Pd ed ex commissaria straordinaria per la ricostruzione del terremoto in centro Italia: “Grazie a chi è venuto, grazie ai collaboratori e ai volontari. Piazza Grande è una intuizione che abbiamo avuto per poter reagire e costruire. Vogliamo che in questo luogo, in questa Piazza Grande ideale, si incontrino persone anche diverse per cambiare l’Italia contro questo governo. Una Piazza Grande ovunque, in tutta Italia, un percorso lungo per poter poi portare avanti la nostra idea di cambiamento. Vogliamo essere contagiosi. Dobbiamo reagiamo contro gli attacchi alle Istituzioni. Sappiamo di aver sbagliato ma abbiamo la capacità di ricominciare e ricostruire”. Dichiarazioni di apertura che hanno poi dato l’avvio al susseguirsi di interventi di diversi sindaci, un vero e proprio "esercito" a cui è stato chiesto di scendere in campo per poter dare il loro contributo.

Virginio Merola, sindaco di Bologna: “Dobbiamo reagire scommettendo sul fatto che è necessario accompagnare il piano di governo con incontri veri; i cittadini che si auto organizzano possono e devono essere sostenuti dall’ amministrazione. Dal verniciare una panchina alla pulizia dei parchi. Questa è vera condivisione. Dobbiamo ripartire dal basso".

È poi la volta di Giovanni Lolli, segretario della regione Abruzzo: “la crisi della politica l’ho vista da dentro. Per amministrare davvero è necessario essere stati amministratori locali e Nicola Zingaretti è un amministratore locale. Capisce e vede i problemi. Le persone vogliono essere ascoltate e noi dobbiamo sempre dire la verità e prendere impegni che si possono rispettare”. Sul palco poi Damiano Coletta sindaco di Latina: “da amministratore è difficile governare in un momento come questo. Bisogna stare dalla parte del bene comune. I sindaci non devono essere lasciati soli”.  Poi il turno di Fabio Paparelli vice presidente regione puglia: “dobbiamo ricostruire l’Italia e far tornare a sognare noi stessi e gli italiani. Il tempo di oggi è preoccupante. Ci vuole un nuovo partito democratico. Dobbiamo guadare ai più deboli. Oggi è in crisi il concetto stesso di democrazia. Dobbiamo condividere, il gruppo dirigente deve ascoltare e lavorare con i gruppi locali”. Altri interventi poi di amministratori venuti da tutte la parti della Nazione davanti ad una platea numerosa che applaude.  È l’ora della pausa, in attesa dell’intervento di Zingaretti.

Era a Bologna la Piazza Grande di Dalla, è a Roma quella di Zingaretti, ma sembra la stessa.  Se, come hanno ribadito tutti i sindaci, la Piazza Grande di oggi deve essere la Piazza di ogni città italiana, allora non c’è differenza tra Roma e Bologna. Si tratta delle Piazze di tutto il nostro Paese da cui ripartire e condividere e allora anche oggi possiamo dire “sotto le stelle in Piazza Grande. E se la vita non ha sogni io li ho e te li do”.