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Fisco e Dintorni
Cambia il redditometro: attenzione ai nuovi accertamenti
da sx: Dott. A. Sorrento, Avv. M. Sances e Dott. B. Maizzi

Il decreto sul concordato preventivo ha modificato nei giorni scorsi anche gli accertamenti del Redditometro, dando maggiori possibilità di difesa ai contribuenti. Partite Iva Nazionali e Movimento Consumatori dichiarano: "Il Redditometro non è andato in soffitta, ma è stato solamente rivisto. Senza un vero Garante dei Contribuenti si rischiano nuovi contenziosi.”

 

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 5 agosto, del decreto correttivo sul concordato preventivo (Dlgs 108/2024), sono state apportate una serie di modifiche agli accertamenti fiscali denominati cosiddetti “Redditometro”. Tali accertamenti fiscali sono nati per colpire eventuali casi di evasione, basandosi principalmente sull’analisi delle spese sostenute dal contribuente.

Semplificando, dunque, il principio consiste nel fatto che se un contribuente dichiara 10, non può spendere 100 a meno che non dimostri che la differenza (ossia 90) derivi da risparmi negli anni passati, regali da parte di parenti, o altri redditi già tassati, ecc.

Sul punto interviene il Presidente di Partite Iva Nazionali, il Cav. Antonio Sorrento per chiarire: “Tale accertamento ha segnato decenni di contenziosi perché, se da una parte il discorso appare corretto, dall’altra, per evitare errori clamorosi, la verifica doveva esaminare uno scostamento rilevante tra reddito dichiarato e accertato, proprio per evitare un grande fratello fiscale volto a controllare tutte le spese dei contribuenti. Ciò purtroppo non è stato fatto, poiché la norma prevedeva uno scostamento di appena un quinto rispetto al reddito dichiarato, causando lunghi contenziosi anche per via delle grandi difficoltà per i contribuenti a rapportarsi con il Fisco in maniera serena per spiegare l’origine dei redditi” (si veda, per esempio, la sentenza della Corte Tributaria Puglia n.2751/2020).

Per illustrare le novità, abbiamo chiesto all’Avv. Matteo Sances, il quale dichiara: “L’art.5 del Dlgs n.108/2024 ha introdotto due vincoli a cui il Fisco dovrà attenersi prima di avviare la verifica. Da una parte, viene confermato che lo scostamento tra reddito ricostruito attraverso le spese sostenute e reddito dichiarato deve essere almeno il 20%. Dall’altra, il legislatore ha previsto che tale differenza deve essere superiore almeno a dieci volte l’assegno sociale annuo e, dunque, attualmente lo scostamento, per essere rilevante, dovrà ammontare almeno a 69.473 euro.”

Conclude, infine, il Vice Presidente Nazionale di Movimento Consumatori, il Dott. Bruno Maizzi, facendo presente che: “Diversamente da quanto leggo sui giornali in questi giorni, il Redditometro non è andato in soffitta, ma è stato solo ricalibrato, e questo è sicuramente positivo, poiché tanti erano i casi di contribuenti a cui venivano contestate spese irrisorie a distanza di anni. Detto ciò, rimane a mio avviso il problema dell’assenza di un vero Garante dei Contribuenti, a cui i cittadini possano rivolgersi per controllare che l’operato dell’amministrazione sia corretto, perché altrimenti rischiamo nuovi contenziosi, perdendo di vista l’obiettivo che deve essere solo quello di colpire l’evasione e non vessare i cittadini.”

 






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