Fisco e Dintorni

Petizione delle P. IVA sulle polizze anti-catastrofe

Oggi, 21 marzo 2025, è stata inviata una petizione a firma del Cav. Antonio Sorrento, rappresentante delle associazioni Partite Iva Nazionali (PIN), Movimento Consumatori e Nuova Collaborazione, riguardante una questione di rilevante importanza per i contribuenti italiani.
 
La petizione si concentra sulle criticità emerse in relazione all'obbligo di stipula di polizze catastrofali introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 (L. n. 213/2023, art. 1, commi 101-111) e prorogato dal D.L. n. 202/2024, convertito in legge n. 15/2025. Tale normativa impone a tutte le aziende iscritte al registro delle imprese, con poche eccezioni, di adeguarsi entro il 31 marzo 2025, assicurando i beni aziendali contro i rischi catastrofali. Le associazioni di tutela hanno evidenziato diverse anomalie giuridiche e pratiche che, a loro avviso, rendono la normativa discriminatoria e poco chiara. Di seguito, le principali criticità sollevate:
 
1. <<Mancata considerazione della mappa dei rischi dei Comuni italiani>>. La normativa non tiene conto della diversa esposizione ai rischi catastrofali tra i vari territori italiani. La "Mappa dei rischi dei Comuni italiani" evidenzia chiaramente le differenze tra aree ad alto rischio sismico, idrogeologico o vulcanico e quelle meno esposte. Applicare lo stesso obbligo a tutte le imprese, senza distinzioni geografiche, crea una disparità di trattamento tra le aziende situate in zone ad alto rischio e quelle in aree meno vulnerabili. Questo approccio sembra contraddire il principio stesso della norma, che dovrebbe garantire una salvaguardia equa e proporzionata per tutte le imprese.
 
2. <<Confusione tra proprietari e conduttori degli immobili>>. La normativa non chiarisce adeguatamente le responsabilità tra i proprietari degli immobili e i conduttori. Questo genera incertezze su chi debba essere l'assicurato e su chi debba eventualmente ricevere il risarcimento in caso di sinistro. Tale ambiguità potrebbe portare a controversie legali e a un'applicazione disomogenea della legge, con conseguenti disagi per le imprese coinvolte.
 
3. <<Disparità di trattamento tra ASD e SSD>>. Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD) vengono trattate in modo diverso dalla normativa, nonostante condividano finalità e attività simili. Le SSD, pur essendo società di capitali, beneficiano del regime fiscale agevolato previsto dalla legge 398/91 e sono equiparate alle ASD. Tuttavia, mentre le ASD sono escluse dall'obbligo di stipula delle polizze catastrofali, le SSD vi sono soggette, indipendentemente dal volume del bilancio o dal valore dei beni gestiti. Questa disparità di trattamento appare ingiustificata e contraria ai principi di equità e coerenza normativa.
 
Alla luce delle criticità sopraesposte, le associazioni firmatarie chiedono con urgenza:
1. Una proroga dell'obbligo di adeguamento, attualmente fissato al 31 marzo 2025, per consentire un'analisi più approfondita delle problematiche emerse.
2. Una revisione della normativa, attraverso l'istituzione di un tavolo di confronto con le associazioni rappresentanti degli interessi delle imprese. L'obiettivo è valutare le criticità sollevate e proporre modifiche che garantiscano una maggiore equità e chiarezza nell'applicazione della legge.
 
Oltre alle criticità giuridiche, le associazioni hanno sottolineato le difficoltà pratiche riscontrate dalle compagnie di assicurazione nell'adeguare i contratti alle nuove disposizioni. Queste difficoltà rischiano di rallentare ulteriormente l'implementazione della normativa, creando ulteriori disagi per le imprese già in difficoltà.
 
Tale petizione rappresenta un importante segnale di allarme per il legislatore, evidenziando come una normativa nata con l'intento di proteggere le imprese dai rischi catastrofali possa, in realtà, generare discriminazioni e incertezze. Le richieste avanzate dalle associazioni mirano a garantire una maggiore equità e chiarezza, affinché la normativa possa raggiungere il suo obiettivo primario: la salvaguardia di tutte le aziende, senza distinzioni ingiustificate.
 
La palla passa ora al legislatore, chiamato a valutare con urgenza le richieste delle associazioni e a intervenire per correggere le criticità emerse.