Pillole d'Europa

EUROPARK E FONDI PER LA RICERCA, PROFESSIONI, MOBILITA’ , UGUAGLIANZA

Boschiero Cinzia

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI 

In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: ci sono studi e progetti  europei sull’importanza del gioco per la salute dei minori? Enrico Lombardi

Risposta: sì. Diversi studi europei evidenziano che il gioco, soprattutto quello all’aperto è importante per il benessere cognitivo, fisico, sociale ed emotivo dei minori.  L’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite con la Risoluzione 44/25 del 20 novembre 1989, già aveva riconosciuto il gioco come un “diritto inviolabile ed insindacabile di ogni bambino”. Inoltre molti giochi si svolgono in gruppo e sono caratterizzati da regole e questo consente ai minori di imparare a stare con gli altri e ad acquisire il senso del rispetto delle regole della convivenza. Già nella antica Atene tutte le discipline per l’esercizio del corpo erano ritenute utili per conferire forza ed euritmia all’individuo. Il filosofo Platone sosteneva che l’adulto poteva essere tanto migliore quanto meglio aveva giocato da bambino. Aristotele accentuò il principio del gioco anche come preludio alla preparazione dei minori ad attività che dovranno compiere in età matura. La Commissione europea ha cofinanziato diversi progetti di sviluppo di giochi sia didattici che per lo sport ed elargisce fondi per lo studio dei giochi ad esempio per svilupparne di nuovi ergonomici etc., soprattutto a favore di fasce deboli di minori a supporto di diagnosi di autismo o di altre fragilità neurologiche o muscolari. Ci sono anche studi europei sui danni di una eccessiva esposizione a giochi virtuali  per i minori che ledano la loro salute.  Ci sono anche diversi fondi europei per parchi gioco inclusivi e per progetti di associazioni che incentivino iniziative ludiche per minori. In particolare si segnala l’associazione CBDIN Onlus che ogni anno organizza all’Europark  in via Rivoltana 64 a Segrate il 13 settembre un pomeriggio di giochi aperto a tutti i cittadini per sensibilizzare su come ci si possa e debba  “mettere in gioco” tutti per aiutare la ricerca a favore dei minori. Offre una ricca merenda gratuita e l’entrata ai giochi di Europark  è con donazione (minimo 25 euro) a favore  del Dipartimento Infantile Neurologico C.Besta dove lavorano i volontari della associazione. “I  fondi dell’edizione 2023 serviranno per poter donare il  macchinario 'QuantStudio Absolute Q Digital PCR' utile per la ricerca e la diagnosi precoce dei tumori cerebrali pediatrici”, dice Beatrice Cordero di Montezemolo, Presidente di CBDIN ONLUS (http://cbdinonlus.it),” Il nostro obiettivo è, infatti, dal 1930, - data di inizio della nostra attività -, quello di integrare i servizi offerti dal sistema sanitario nazionale cercando di individuare le aree di intervento in base  alle necessità che sorgono sia in ambito sociale che sanitario”. L’associazione offre supporti e servizi gratuiti per le famiglie: mediazione telematica, buoni pasto, servizio di supporto psicologico, assistenza sociale e sostegno alla ricerca, oltre ad occuparsi della manutenzione dello splendido giardino “Suor Speranza” all’interno della Fondazione. Inoltre  CBDIN Onlus, in collaborazione con Fondazione Mariani, mette gratuitamente  a disposizione presso il residence Pian della Nave a Milano  sistemazioni per le famiglie dei piccoli pazienti. “Siamo da sempre accanto ai bambini e ai loro familiari con un impegno che si articola a  360 gradi, giorno dopo giorno, e con questa iniziativa ricordiamo a tutti che ‘mettersi in gioco’ con noi fa Bene”.

Domanda: gli ordini professionali come sono visti in Unione europea? Alberto Taremi

Risposta: la Corte di giustizia europea ha fornito un importante contributo nelladefinizione delle professioni, della libertà di accesso ed esercizio, dei limiti anche in un contesto diverso da quello della libera circolazione delle persone e sul principio  quello della concorrenza. Dalla giurisprudenza della Corte, ma anche dai più recenti orientamenti della Commissione europea (rif. raccomandazioni di riforma per la regolamentazione dei servizi professionali) emerge la necessità che la regolamentazione dei servizi professionali, pur riconoscendo agli Stati membri dell’Unione europea il diritto di organizzare e disciplinare le professioni in funzione della tutela di interessi generali, debba rispettare il principio di proporzionalità.  Le norme nazionali in materia non possono prevedere limiti o restrizioni ingiustificate, considerato che l’accesso e l’esercizio di una attività è libertà fondamentale garantita dal diritto dell’Unione Europea. In varie professioni in Italia con gli ordini professionali i professionisti sono più tutelati rispetto ad altri Stati europei; ogni professione sta cambiando e anche gli ordini stanno cercando di migliorare la formazione dei loro iscritti e aggiornano pure le modalità di accesso alla professione. Giustamente, ad esempio, l’ordine dei giornalisti in Italia sta richiedendo una riforma in modo che possano diventare giornalisti solo persone con almeno una laurea triennale per fornire professionisti preparati al mondo dell’informazione che richiede non solo il rispetto della deontologia professionale, ma anche la capacità di un aggiornamento continuo e professionisti di qualità per far fronte alla urgente lotta alle fake news e alle carenze di preparazione in un settore così strategico per tutti noi cittadini.   C’è anche una  "banca dati delle professioni europee regolamentate" utile per chi intenda trasferirsi e lavorare all’estero. L’associazione europea EUSJA promuove ad esempio l’approvazione a livello europeo della figura del giornalista scientifico che in ogni media possa essere di supporto ai colleghi non preparati su temi delicati come tematiche di salute, ricerca per evitare le problematiche emerse durante il covid 19 ovvero colleghi che neanche sapevano cosa significa per uno studio scientifico avere un impact factor e quindi  essere o non essere rilevante.   

Domanda: che cosa fa l’Unione europea a favore di una mobilità più sostenibile ? Fausta Russo

Risposta: a livello europeo si fa molto per la mobilità sostenibile ovvero corsi di formazione, progetti di ricerca, cofinanziamenti per nuove soluzioni mobilità più rispettose dell’ambiente  e maggiormente sicure; inoltre ogni anno la Commissione europea promuove una “settimana europea della mobilità” che quest’anno sarà in tutta l’Unione europea dal 16 al 22 settembre e rappresenta una importante  campagna di sensibilizzazione della Commissione europea sulla mobilità urbana sostenibile. Quest'anno lo slogan è “Save Energy”  e si punterà l’attenzione su infrastrutture di trasporto accessibili e sostenibili per avere trasporti urbani più efficienti anche dal punto di vista energetico. La Commissione europea ha individuato cinque principali linee di intervento che sono incentivazione  e sviluppo del trasporto pubblico; promozione di una mobilità attiva; riduzione della dipendenza dall'auto; ottimizzazione della gestione della mobilità e innovative soluzioni infrastrutturali.

Domanda: come consigliere comunale ritengo che sia importante fare dei piani di azione per sensibilizzare i cittadini sul tema dell’uguaglianza, ci sono iniziative europee? Marco Dutto

Risposta: sì. Ad esempio sino al 29 settembre 2023 è aperto l’invito per manifestazioni di interesse a partecipare a due nuovi partenariati tematici nel quadro dell’Agenda Urbana per l'UE (UAUE). Città, Regioni, Stati membri, organizzazioni ombrello di città a livello nazionale e altri soggetti interessati sono invitati a candidarsi per diventare partner dei nuovi partenariati dell’UAUE dedicati rispettivamente ai temi “Alimentazione” e “Città dell’Uguaglianza”. Varata nel 2016 con il Patto di Amsterdam, l’Agenda Urbana per l'UE punta ad affrontare le sfide urbane istituendo partenariati tra la Commissione europea, altre istituzioni e organismi dell’Unione Europea, i governi nazionali, le autorità locali e altre parti interessate, come ad esempio le organizzazioni non governative, che lavorino insieme per sviluppare Piani d’azione.