Il Sociale
Contrastare la violenza sulle donne renderebbe ben 9 euro per ogni euro speso
Lo dice la ricerca “Violenza sulle Donne. Non c’è più tempo”, realizzata, grazie al contributo di UBI Banca, da WeWorld Onlus, presentata oggi alla Camera
9 euro per ogni euro speso: è quanto renderebbe l'investimento in prevenzione e contrasto della violenza sulle donne
9 euro per ogni euro investito: è quanto renderebbe a livello nazionale un piano strutturato di politiche di prevenzione e contrasto sul tema cruciale della violenza sulle donne e sui loro bambini. Si potrebbe ridurre drasticamente il fenomeno della violenza contro le donne e diminuire i 17 miliardi di euro che ogni anno il nostro Paese paga per affrontare il problema. Questo è quanto emerge da “Violenza sulle Donne. Non c’è più tempo. Quanto vale investire in prevenzione e contrasto. Analisi SROI (Social Return on Investment) delle politiche d’intervento”, realizzata, grazie al contributo di UBI Banca, da WeWorld Onlus, Organizzazione non Governativa che si occupa di garantire i diritti di donne e bambini in Italia e nel Sud del Mondo, presentata il primo marzo alla Camera. Alla presentazione, insieme a Marco Chiesara, Presidente WeWorld e alle ricercatrici che hanno realizzato l’indagine (Clodia Vurro e Giovanna Badalassi): interventi di: Sesa Amici - Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio; Monica Cerutti – Delegata Conferenza delle Regioni c/o la Cabina di Regia -Assessora Regione Piemonte Pari Opportunità; Rita Visini - Assessora Regione Lazio Politiche Sociali; Gianmario Gazzi - Presidente Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali; Giovanna Melandri – Presidente Human Foundation e Rossella Leidi - Chief Wealth and Welfare Officer UBI Banca. Moderatrice dell’incontro Mariarita Grieco - giornalista Tg2 Rai.
Contrastare la violenza sulle donne renderebbe ben 9 euro per ogni euro speso: le parole di Marco Chiesara, Presidente WeWorld
L’indagine realizzata da WeWorld nasce con lo scopo di offrire un modello di pianificazione a lungo termine che porti, a costi ragionevoli, a una drastica riduzione del fenomeno della violenza sulle donne. La valutazione economica dell’impatto sociale sposta l’accento dalla quantificazione dei costi alla valorizzazione dei benefici. “La violenza contro le donne riguarda tutti e tutte e non può essere relegata a ‘questione privata’. In passato abbiamo rilevato il costo della violenza contro le donne per l’intera società e oggi dimostriamo il ritorno economico di ogni euro investito in prevenzione e contrasto, in termini di ricavo sociale e di benessere prodotto a favore della società tutta, delle donne che la subiscono e dei figli che nel 65% dei casi sono testimoni della violenza. Questo effetto moltiplicatore ha una ricaduta positiva quindi anche sugli adulti di domani, evitando che bambini e bambine testimoni della violenza possano essere i carnefici e le vittime del futuro. Un tema, quello dei bambini che assistono alla violenza, molto caro alla nostra organizzazione e focus della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi Time Out, presentata oggi insieme all’indagine” dichiara Marco Chiesara, Presidente WeWorld.
Contrastare la violenza sulle donne renderebbe ben 9 euro per ogni euro speso: il lavoro sui bambini
Lavorare sui bambini/e che assistono alla violenza è cruciale considerando il trauma profondo subìto e l’impatto sulla loro crescita. È la stessa convenzione di Istanbul a sottolineare, nell’Articolo 26, l’importanza di prevedere, in un piano ottimale di intervento, azioni volte alla protezione e assistenza dedicate a bambini/e testimoni di violenza. I dati su questo tema purtroppo in Italia sono particolarmente frammentari, eppure il fenomeno ha dimensioni allarmanti: in 2 casi su 3 di violenza domestica i bambini sono presenti. Proprio per questo motivo WeWorld ha scelto di intervenire e puntare i riflettori su questo aspetto troppo spesso dimenticato. Obiettivo dell’indagine “Violenza sulle donne. Non c’è più tempo”, realizzata sotto la supervisione di un Comitato Scientifico composto da Antonella Picchio (Università di Modena e Reggio Emilia), Giuseppina Muratore (Istat), Michele Palma (Dipartimento per le Pari Opportunità), è prendere in esame un programma di intervento pubblico ottimale e valorizzarne, in termini economici, l’impatto sociale.
L’impatto sociale è sia la riduzione degli episodi di violenza per effetto delle attività di prevenzione primaria, sia il miglioramento delle condizioni di vita delle donne che hanno subìto violenza nel corso della loro vita e che hanno dunque beneficiato o beneficeranno di attività di prevenzione secondaria.
Contrastare la violenza sulle donne renderebbe ben 9 euro per ogni euro speso: il costo dell'inazione
A fronte dei circa 17 miliardi di costi che il nostro paese paga tra servizi medici e assistenziali alle vittime, danni immediati e i rovinosi effetti a lungo termine del maltrattamento subìto, come stimato nel 2013, quanto è il ritorno sociale di 1 euro investito in politiche di prevenzione (campagne di sensibilizzazione, educazione specifica, formazione di figure professionali…) o interventi di contrasto, cura e presa in carico (assistenza in tema di denunce, servizi di supporto specializzati, etc.), che impediscano il ripetersi della violenza? Dati alla mano, WeWorld dimostra per la prima volta che una lotta efficace alla violenza di genere gioverebbe alla spesa pubblica: renderebbe al nostro Paese 9,05 euro per ogni euro investito. La stima del ricavo sociale atteso totale risulta dunque pari a 1.048.462.354,37 euro. Oltre un miliardo di euro, che si divide in un risparmio per il nostro Paese di 494,6 milioni (al netto dei costi di investimento) e 553,8 milioni di euro per l’aumento della qualità della vita delle donne vittime. Ma cosa significa l’aumento della qualità della vita delle vittime nella vita reale? Le donne, non più vittime, avrebbero meno problemi di salute, farebbero meno ricorso ai farmaci, sarebbero più produttive e si eviterebbe la trasmissione della violenza da una generazione all’altra, solo per fare alcuni esempi.
Contrastare la violenza sulle donne renderebbe ben 9 euro per ogni euro speso: la campagna Time Out
Insieme all’indagine è stata presentata alla Camera dei deputati, alla presenza di Francesca Senette, Catena Fiorello e Elisa Di Francisca, tra i testimonial che appoggiano il progetto, la campagna Time Out, con cui WeWorld rinnova il proprio impegno sul tema e accende i riflettori su un aspetto troppo spesso dimenticato: la violenza sulle donne colpisce anche i loro figli. In Italia infatti ancora oggi 1 donna su 3 subisce violenza. Molte di queste donne sono madri e i bimbi sono presenti alle violenze nell’oltre il 65% dei casi di violenza domestica. Dall’1 al 19 marzo è possibile sostenere WeWorld e proteggere le donne e i loro bambini dalla violenza donando 2 euro con sms al numero solidale 45543 dai cellulari personali TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile e CoopVoce o 2, 5, 10 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, Fastweb, Vodafone e TWT.