Ibrahimovic-Milan: "L'Italia? Non si torna dove si è fatta la storia"
Da Guardiola all'Italia e... Parla Zlatan Ibrahimovic
"Tornare in Italia? Dico due cose, forse contraddittorie. La prima e' che non si sa mai. La seconda e' che non si torna mai dove si e' fatta la storia. Considero l'Italia la mia seconda casa e il calcio italiano il piu' bello del mondo: c'e' una passione infinita, calda, totale. Qualcosa che assomiglia al mio modo di intendere lo sport. E forse anche la vita". Lo ha detto un'intervista esclusiva concessa a GQ l'attaccante della Svezia, prossimo avversario dell'Italia a Euro2016, Ibrahimovic.
Insomma: niente Milan o Inter (men che meno Napoli e Roma), Zlatan sembra sempre più vicino al Manchester United e l'annuncio potrebbe arrivare tra un paio di settimane.
"Liti con allenatori? Una leggenda. In fondo mi sono lasciato male solo con Guardiola. Con gli altri ho discusso, anche litigato, come e' normale, ma su cose di campo. Sono rimasto amico con tutti. Una volta ebbi un litigio, anche fisico, con Zebina, un mio compagno di squadra. Io lo colpii. Mi aspettavo un urlo di rimprovero. Invece Capello se ne rimase in silenzio e poi disse che quel gesto aveva fatto bene alla squadra. Lui voleva sempre il massimo di tensione e di adrenalina: perfetto per me", prosegue Ibra.
"Razzismo? In Italia mi venivano gridate le solite cose orrende che vengono rivolte a chi viene considerato altro da se'. Il terrorismo? Non ero a Parigi la sera del Bataclan ma penso che chi fa quelle cose ha il vuoto nella testa. Il mio modello e' Peace and Love, sempre", ha concluso l'attaccante svedese.
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