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Lavezzi, quando il Pocho chiedeva del conto aperto in Svizzera
L'inchiesta Operazione fuorigioco è nata a Napoli dove si si stava indagando su una serie di rapine subite da alcuni calciatori del club partenopeo e in una telefonata intercettata gli investigatori hanno colto una frase sospetta. Era il 20 gennaio del 2012, e al telefono c’erano Lavezzi e il suo procuratore Alejandro Mazzoni.
Il Poco - secondo quanto riporta il Corriere della Sera - "chiedeva notizie di un conto corrente aperto in Svizzera a favore di un suo collega, Cristian Chavez, all’epoca anche lui al Napoli, e Mazzoni rispondeva che si trattava di un conto della Hsbc che ormai era stato chiuso, ma lui si stava adoperando per aprirne uno nuovo presso un altro istituto. L’esistenza di conti svizzeri insospettì gli investigatori, che cominciarono a indagare sui contratti dei calciatori che facevano parte della «scuderia» di Mazzoni. A cominciare proprio da Lavezzi e Chavez".
Nel mirino degli investigatori anche 'tesoretto' - Ci sarebbe un tesoro milionario di alcuni calciatori occultato nelle banche in Svizzera. Lo ritengono gli investigatori sulla base delle prime fasi dell'indagine 'Fuorigioco' della procura di Napoli, nata quasi per caso. L'inchiesta 'madre' era infatti sulle diverse rapine commesse ai danni di calciatori del Napoli; da una conversazione tra il calciatore Ezequiel Lavezzi e il suo procuratore Alejandro Mazzoni, il 20 gennaio 2012, si capi' che c'era qualcosa da approfondire. Il suo procuratore riferiva a Lavezzi alcune informazioni che lo stesso aveva chiesto sull'apertura di un conto corrente bancario in Svizzera in favore di un altro calciatore argentino, Cristian Chavez. Mazzoni, anche lui indagato, dice al 'Pocho' che il conto estero, gia' esistente con la Hsbc, era stato chiuso e che si stava adoperando per aprirne un altro con l'Istituto Farakin. L'ascolto di questa conversazione spinge gli investigatori a effettuare alcuni riscontri sugli aspetti economici dei contratti partendo proprio da quello di Lavezzi. In particolare sul trasferimento del 'Pocho' a Paris Saint Germain, la polizia giudiziaria avrebbe accertato evasioni fiscali record; sarebbe stata emessa infatti una falsa fattura da Alessandro Moggi, la numero 18, per un valore di oltre due milioni e mezzo di euro in favore di Lavezzi, in cui attestava esecuzioni di prestazioni rese dal suo agente Mazzoni, pari a circa un milione e seicento mila euro. In tal mondo Lavezzi poteva evadere il Fisco italiano dichiarando il lavoro del suo agente in Francia dove avrebbe pagato di meno e favoriva Mazzoni che avrebbe guadagnato a 'nero' il suo compenso.