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Lukaku: "Il razzismo sta dilagando nel calcio: combattiamolo come in Italia"

"Quando è successo a me, la Serie A ha reagito subito e bene: bisogna farlo con lo stesso impegno messo contro la Superlega!"

Alla vigilia degli Europei, che cominciano venerdì 11 giugno con Italia-Turchia, Romelu Lukaku lancia un macigno sul mondo del calcio, nel quale, spiega l’attaccante dell’Inter “il razzismo è ai suoi massimi livelli storici”. 

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Il bomber nerazzurro, che guiderà l’attacco del Belgio nel torneo continentale, in una intervista alla CNN ha raccontato di aver subito insulti razzisti in tutto l’arco della sua carriera, ma ritiene che oggi la situazione sia peggio che mai: “Perché succede adesso? Perché il razzismo dilaga anche nei social media. Capisco bene persone come Thierry Henry che si cancellano dai social. Le società che li gestiscono secondo me dovrebbero fare di più, perché certe persone si possono rintracciare”.

Esattamente come Lukaku, anche l’ex attaccante francese di Juventus e Arsenal ha citato il mancato intervento dei gestori delle piattaforme come ragione della sua uscita dai social. Pochi giorni dopo la decisione di Henry, è stato lanciato un black-out di tre giorni per sensibilizzare i social a fare di più contro il razzismo, specialmente (ma non solo) nel calcio. 

Tuttavia, Lukaku non è ottimista: “Se devo essere onesto, non vedo miglioramenti. Si fanno tante campagne e cose del genere, ma non si vede mai un’azione concreta. In Italia, quando è capitato direttamente a me, qualcosa è stato fatto: la Serie A è davvero entrata in comunicazione con me e con la mia squadra. In sostanza, abbiamo cercato di educare la gente sul fatto che non sia una cosa giusta, perché l’Italia è un Paese meraviglioso, dove sono stato accettato davvero bene da tutti, dai miei tifosi a quelli avversari. Credo che quell’episodio abbia cambiato le cose e debba rappresentare un esempio di reazione da parte dei singoli campionati. Bisogna parlare con i calciatori e cercare di coinvolgere sia loro che le loro squadre”.

Lukaku ha anche fatto un paragone particolare, citando il controverso caso della Superlega: “Quando il progetto è partito, la gente è stata molto rapida nello stroncarlo sui social media, perché i tifosi scendevano in piazza a protestare. Io la penso allo stesso modo, non volevo che la cosa partisse. Ma perché non si mette la stessa energia quando si tratta di combattere il razzismo? In fondo, si tratta sempre delle stesse piattaforme”. 

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