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"Niente eventi sportivi fino al 14/6": Serie A slitta al 20? Il caso

"Niente eventi sportivi fino al 14/6": Serie A slitta al 20? Il caso

La Serie A potrebbe slittare al 20 giugno rispetto al 13 indicato nei giorni scorsi. Il DPCM del 17 maggio firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte vieta fino al 14 giugno ogni competizione sportiva: "Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati". Per far ripartire il campionato il 13 giugno, come deciso dalla Lega Serie A, serve una deroga che arriverà nel caso non riesplodano i contagi e da Palazzo Chigi sono giunte rassicurazioni alle società. Il DPCM verrò modificato se la situazione sanitaria sarà sotto controllo. 

Quarantena, ritiri e responsabilità dei medici: le correzioni al Protocollo della Lega di Serie A

Resta però il nodo dell'accordo sugli allenamenti di gruppo che potrebbe comunque costringere la serie A a partire in ritardo. La Lega ha fatto per iscritto le proprie correzioni, ora la palla passa al Governo e al Comitato tecnico scientifico: i nodi da risolvere sono la quarantena in caso di positività, l'organizzazione dei ritiri (problemi logistici per molti club) e la questione della responsabilità penale dei medici sociali.

Le richieste sul cambiamento del protoccolo - Il ritiro non sia obbligatorio: i giocatori, già testati, dovranno essere sottoposti a tampone ogni 4 giorni e al test sierologico ogni due settimane ma in assenza di positività all'interno del gruppo potranno fare ritorno nelle proprie abitazioni. Solo con positività accertata, il gruppo dovrà isolarsi in un "domicilio fiduciario", ossia nel centro tecnico del club o in un luogo prescelto dalla società per svolgere la quarantena. Cade la responsabilità penale dei medici del club: i responsabili sanitari delle varie squadre saranno in pratica dei "vigilanti", garanti dell'osservenza delle regole.

FASE 2 SERIE A: CASTELLACCI, 'PER FINIRE LA STAGIONE SU CONTAGI SERVE APPROCCIO TEDESCO'

"Dobbiamo essere più flessibili se vogliamo veramente non iniziare il campionato, perché probabilmente inizia, ma finirlo, non possiamo rientrare nella logica della quarantena se troviamo un positivo al Covid-19, bisogna entrare nella logica tedesca se c'è l'intenzione reale di cominciare e finire". A dirlo è Enrico Castellacci, presidente di Lamica, l'Associazione medici italiani di calcio, ospite di 'Radio anch'io sport' su Rai Radio 1. ''Il ritiro lungo sicuramente è un problema. Noi usciamo fuori da 2 mesi di lockdown, rimettere i giocatori in quarantena, perché un ritiro 'blindato' è una quarantena, non è facile, non possiamo costringere i giocatori a rimanere fermi altri due mesi -prosegue l'ex responsabile sanitario della Nazionale-. Dopo una settimana o dieci giorni i giocatori vorranno far ritorno in famiglia. Dobbiamo essere in grado di far capire loro le responsabilità che hanno nei confronti anche dei loro cari". E sulla ripresa del campionato il 13 giugno conclude. "Penso si possa fare se finalmente si prendono delle decisioni. E' anche necessario conoscere una data di inizio per programmare gli allenamenti". 

FASE 2: VAIA (SPALLANZANI), 'RITORNO DEL CALCIO SEGNALE CHE PAESE RIPARTE'

"L'apertura di tutto il mondo dello sport e del CALCIO può essere il segnale di un Paese che riparte. Ma in sicurezza e senza mai abbassare la guardia fino al termine di questa guerra che vinceremo". Lo spiega all'Adnkronos Salute Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Inmi Spallanzani di Roma, e tra i super esperti che affiancano la Commissione medico scientifica della Figc. Il mondo del CALCIO, e degli sport di squadra in generale, attende ancora il via libera del Governo per ripartire con gli allenamenti collettivi e poi l'ok al possibile ritorno in campo per la chiusura del campionato. Sulla possibile data del 13 giugno per tornare a vedere le partite almeno in televisione, Vaia chiarisce che "c'è tempo. Anche per osservare due consecutivi periodi di possibili incubazioni e manifestazioni di sintomi con contagi ed eventualmente trovare un compromesso anche migliore - conclude - L'Italia può ancora andare meglio soprattutto se non abbassiamo la guardia".

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