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Pazzini ora rivela: "Che liti al Milan con Inzaghi"

 "Abbiamo fatto diverse discussioni pacate e altre molto meno pacate. Dopo l’ultima, decisamente animata, ho deciso di chiudere l’argomento e continuare a fare il mio lavoro. Il 10° posto è una conseguenza di una serie di aspetti un po’ trascurati, oltre ai tanti infortuni. A un certo punto sono venute meno le certezze". Giampaolo Pazzini si leva qualche sassolino dalle scarpe sul suo rapporto con Pippo Inzaghi nell'ultima stagione al Milan.

Dopo tre anni in rossonero il nuovo acquisto del Verona si confessa alla 'Gazzetta dello Sport'. E racconta l'ultima parte della sua avventura milanista. "In qualche circostanza avrei potuto farmi sentire di più, affrontare il problema in modo più diretto, invece di aspettare e basta. Il mio rammarico è stato non aver giocato di più quando me lo sarei meritato. Tra l’altro fisicamente sono sempre stato bene".

Gli allenatori che gli evocano i ricordi positivi: "Ad esempio Allegri. Con Mandorlini è stato l’allenatore con cui mi sono trovato meglio in carriera. Ha un grande pregio: una enorme capacità di equilibrio e serenità, che trasmetteva alla squadra quando le cose non andavano bene".

Parole buone per Mario Balotelli: "Con lui mi sono trovato bene, ma sprecavo molte energie a urlargli dietro. Però mi ascoltava, e questo me lo prendo come punto di merito (ride, ndr). Comunque l’attaccante più forte tecnicamente che ho visto al Milan è stato Pato. Un fenomeno vero, talento pazzesco".

Parla del Milan di Mihajlovic: "Può fare bene, ha il carattere e la personalità giusti, e quel gruppo ha bisogno di regole, con qualcuno che le faccia rispettare. Comunque la squadra si è rinforzata, può senz’altro lottare per tornare in Champions".

Il bilancio delle 3 stagioni rossonere: "Un’esperienza molto bella, a prescindere dai risultati. Certo, avrei voluto giocare di più e fare meglio nell’ultimo anno e mezzo, ma i tifosi mi hanno sempre sostenuto e questa è la mia soddisfazione più grande".

Ora c'è il Verona: "Sapevo che era una piazza passionale, ma non mi aspettavo un entusiasmo simile. Per me la situazione ideale era andare in un club in cui poter sentire la fiducia incondizionata di tutti".

Il presidente Setti pronostica 10-15 reti al 'Pazzo': "Il presidente ha sempre ragione... Io sono molto fiducioso, quando sono riuscito ad avere continuità ho sempre fatto goal. E chissà che non ci sia un posto per me all’Europeo. Credo di avere buone possibilità, se tutto fila come deve".

Ora ritroverà sia Mandorlini che Toni: "È il mister che mi ha lanciato all’Atalanta, ritrovo un punto di riferimento. Sa cosa posso fare e dare. Diciamo che, prima della firma, qualche telefonata me l’ha fatta".

Sull'attacco con Luca Toni: "A Firenze l’abbiamo già fatto a fasi alterne, riuscendoci discretamente. Io gli giravo intorno, da seconda punta. Ci sarà la piena disponibilità di entrambi per fare meglio possibile, accettando le scelte del mister. E poi con Luca i problemi sono a zero. E’ mio fratello, il mio testimone di nozze, in campo è una leggenda. Giocare con lui mi porta a fare due riflessioni".