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Godiamoci l'era di Tadej Pogacar, forse il più forte ciclista di sempre

Il successo nella Liegi-Bastogne-Liegi di ieri non stupisce più di tanto. Ma la realtà è che siamo davanti ad un fenomeno unico nella storia del ciclismo

di Andrea Soglio

Tadej Pogacar, numeri e stile del ciclista forse più forte di tutti i tempi

Tadej Pogacar ormai non fa più notizia. La vittoria di ieri nella Liegi-Bastogne-Liegi, ultima “Classica Monumento” (il gruppo delle corse di ciclismo di un giorno che da sempre fanno la storia di questo sport) prima del via alla stagione delle corse a tappe (Giro d’Italia-Tour de France-Vuelta di Spagna) era scontata tanto che i bookmakers lo davano alla misera quota di 1,30. Non fa più notizia vedere la sua maglia iridata sola, davanti a tutti prima di tagliare il traguardo a braccia alzate, piuttosto fa notizia quando non vince, come nella Parigi-Roubaix sfidata per la prima volta e chiusa dietro Van Der Poel solo per una caduta in una curva sul temutissimo pavé. 

Ma la costanza di rendimento non deve portarci all’errore di non capire la forza di questo corridore sloveno, unico al mondo oggi e forse unico anche se guardiamo al passato. Alcuni dati.

I numeri

Nelle grandi classiche con il successo di ieri Pogacar arriva a quota 9 successi: 2 Giro delle Fiandre (l’ultimo tre settimane fa), 3 Liegi, 4 Giro di Lombardia. 9 vittorie lo portano al livello di Fausto Coppi e Costante Girardengo (tanto per dire) ed al momento è dietro solo a De Vlaemink (con 11 successi) ed Eddy Merckx primo con 19. Una distanza raggiungibile se continua così. Nelle ultime 6 monumento infatti o a vinto o è arrivato sul podio (terzo alla Milano-Sanremo, secondo a Roubaix, cosa mai vista. Negli ultimi 8 giorni poi è arrivato secondo alla Amstel Gold Race, primo alla Freccia Vallone e primo alla Liegi. A questo, nel solo 2025, si deve aggiungere la vittoria a Siena alle Strade Bianche.

Perché Tadej quest’anno ha deciso di non tirarsi mai indietro; le corre tutte, da protagonista assoluto, alla faccia dei rivali che scelgono quale fare e quale saltare, per riposarsi o perché su percorsi non adatti evitando brutte figure. Tutti programmano, pensate ad esempio al grande rivale del Tour, Vingegaard, un campione che però si vede solo per tre settimane l’anno, quelle sulle strade di Francia a caccia della maglia gialla. Di correre una classica di un giorno non se ne parla. Tutti programmano, tutti tranne lui, che come ha detto ieri “corro per divertirmi, non voglio paragoni”. 

Goat

Difficile sempre fare paragoni con campioni del passato. Merckx ha vinto di più, ma era un altro ciclismo. Di sicuro negli ultimi 30 anni nessuno ha fatto quello che ha fatto Pogacar soprattutto per il “come”. Un corridore d’attacco, d’istinto, fuori dalle logiche. L’unico a scattare, un mese fa, sulla Cipressa a quasi 40 km da Sanremo, senza aspettare il Poggio, classico trampolino di lancio prima dell’arrivo a Sanremo. Lui l’unico a dire, un anno fa, prima delle “Strade Bianche” dove sarebbe scattato: detto, fatto. Ad 82 km dall’arrivo ha salutato il gruppo per una parata infinita fino a Piazza del Campo, a Siena tra la folla incredula. Per alcuni lo sloveno è già oggi nell’Olimpo, noi ci limitiamo a gustarne le gesta convinti che avendo ancora 26 anni, ci saranno altre imprese e grandi soddisfazioni. “Fa un altro sport” ha detto ieri uno dei telecronisti della Liegi; sarebbe meglio invece dire che lui corre in bici come gli altri ma in maniera diversa dagli altri.

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