Esteri
Coronavirus, segnali discordanti sui voli. Pechino: "Riaprono". No del governo
L'Italia manda segnali discordanti a Pechino sulla riapertura dei voli. E la Cina alza pressione con un annuncio poi smentito dal governo
L'Italia dà segnali discordanti alla Cina sulla riapertura dei voli. E la Cina già irritata per la drastica misura iniziale e per altri tentennamenti dopo l'adesione alla Nuova Via della Seta dello scorso marzo, alza la pressione annunciando l'imminente revoca (quantomeno parziale) del divieto. Un annuncio poi smentito prima dal ministero della Salute e poi anche dalla Farnesina. All'esecutivo cinese sono arrivati segnali positivi in tal senso dalla Farnesina, con il ministro Luigi Di Maio che, come raccontato da Affaritaliani.it, non aveva mai dato il suo benestare alla misura presa dal primo ministro Giuseppe Conte e dal ministro della Salute Roberto Speranza. Lo stesso Di Maio, un paio di giorni fa, aveva apertamente descritto la misura come "temporanea", aprendo a vicine "nuove valutazioni" dopo le "necessarie verifiche".
Ora il ministero degli Esteri di Pechino sostiene che l'Italia sarebbe pronta a riattivare "alcuni voli" tra i due paesi. La convinzione arriva dopo l'incontro tra il vice ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, e l'ambasciatore italiano a Pechino, Luca Ferrari. Un ulteriore segnale arriva dalle dichiarazioni della portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, che dopo aver criticato la misura nei giorni scorsi, ora sottolinea il legame amicizia tra Cina e Italia, "in un momento difficile" per Pechino, citando le donazioni italiane per contenere l'epidemia e la visita di Sergio Mattarella a una scuola elementare di Roma con numerosi studenti cinesi.
Le pressioni per la riapertura dei voli sono aumentate anche sul fronte economico. Ancor di più dopo l'esplicito appello lanciato in tal senso dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che ha chiesto la riapertura dei voli "il più presto possibile", citando le conseguenze economiche che l'Italia rischia con il divieto. E Di Maio, che ha la delega al commercio estero ed è sempre stato vicino a Pechino, sembrerebbe sensibile al tema. Anche perché la parziale riapertura dei voli con Pechino gli consentirebbe di chiudere la contesa aperta sul dossier voli anche su altri fronti.
Resta però da convincere il resto del governo. Nella mattinata di venerdì, infatti, la task force istituita dal ministero della Salute si è riunita, alla presenza del ministro Speranza, e ha confermato che "i voli tra Italia e Cina resteranno chiusi così come previsto dall'ordinanza firmata dal ministro il 31 gennaio 2020", aggiungendo che "si continuerà a lavorare per implementare le misure già attivate nelle ultime settimane". Dopo meno di un'ora, anche la Farnesina ha definito "infondata" la notizia della riapertura dei voli, sottolineando allo stesso tempo "il profondo legame di amicizia tra Italia e Cina, gia' manifestato attraverso molteplici attività avviate proprio dal governo italiano a sostegno del paese asiatico in un momento delicato e complesso".
Sul tema, intanto. si stanno muovendo anche le autorità di Hong Kong, che sottolineano gli impegni presi per contenere l'emergenza (anche se nell'ex colonia britannica viene chiesta la chiusura totale dei punti di accesso con la Cina continentale). E continua a criticare la misura anche Taiwan. Il rappresentante di Taipei in Italia, Andrea S.Y. Lee, chiede di correggere quello che ritiene un "errore" dal governo italiano, l'unico al mondo ad aver bloccato i collegamenti aerei con Taiwan, che stanno mettendo a serio rischio il lancio del nuovo volo diretto tra Taipei e Malpensa di Eva Air. Sull'isola il clima verso l'Italia non è dei migliori, con diversi utenti social che hanno chiesto il boicottaggio dei prodotti tricolore.
La riapertura dei voli rischia di allontanarsi anche dopo che è stato registrato il terzo caso di coronavirus in Italia, il primo che coinvolge un cittadino italiano. Si tratta di uno dei 56 connazionali rientrati da Wuhan lo scorso lunedì. Un fatto che potrebbe in realtà allontanare la ripresa dei voli. L'uomo, tra i 30 e 40 anni, era stato messo in osservazione nella città militare della Cecchignola e si trova ora in isolamento alla Cecchignola. Nel frattempo, in Cina i morti sono 636, con oltre 31 mila contagiati di cui quasi 5 mila sono considerati gravi.