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Roma
Regione Lazio, al Consiglio si sfiora la rissa per un applauso. I protagonisti
La sequenza delle minacce di Pino Cangemi al Coonsiglio regionale del Lazio

Al Consiglio regionale del Lazio va in scena la “rissa sfiorata” per un applauso. Protagonisti del teatrino: l'ex sindaco di Gaeta, Cosimo Mitrano al termine del suo intervento, il vicepresidente del Consiglio, Pino Cangemi e il consigliere “vittima” Giorgio Simeoni.

A scatenare l'ira di Pino Cangemi, vicepresidente del Consiglio leghista è un applauso che si alza dai consiglieri di Forza Italia, Fabio Capolei e Giorgio Simeoni, entrambi colpiti dal lungo e appassionato intervento del collega Cosimo Mitrano che, da ex sindaco di Gaeta fa un'analisi tecnica e politica dell'assestamento di bilancio in votazione alla Pisana, che culmina con un applauso spontaneo. “Succede spesso – spiega Simeoni, due volte deputato e alla terza legislatura regionale – ma non m'aspettavo una reazione così”.

Cangemi apre il microfono: "Faccia meno il buffone, buffone"

Infatti il vicepresidente Cangemi apre il suo microfono e come risulta agli atti della seduta nel resoconto stenografico alza la voce: “Evitiamo questi applausi – tuona – che on sono permessi in aula”. E poi alzando il dito più volte in un atteggiamento minatorio, apostrofa il consigliere Simeoni, collega di maggioranza con un incredibile: “Manteniamo la calma … Consigliere Simeoni, faccia poco il buffone. Faccia meno il buffone”. E l'atteggiamento del vicepresidente sembra quello di una persona pronta er la rissa. E Simeoni? Classe 1959, quanto basta per non accettare provocazioni muscolari e testosteroniche, si gira, offre le spalle al presunto contendente e se ne va. E l'aula rimane gelata. Commenta Simeoni a freddo: “Capolei e io spontaneamente abbiamo applaudito e questo... Sono rimasto basito. Forse ha qualche problema”.

 

Acque agitate tra Lega e Forza Italia?

Chiuso l'incidente, come se fosse una rappresentazione teatrale di una rissa sfiorata in una borgata romana, resta il video ufficiale dell'assemblea del Consiglio Regionale che lascia senza parole. A norma di regolamento Simeoni avrebbe potuto chiedere la sospensione della seduta e la nomina di un giurì d'aula per valutare se il doppio “buffone” recitato davanti a tutti, costituiva un'offesa. Simeoni ha scelto di non accettare provocazioni. Ma che succede tra Lega e Forza Italia?

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