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Affari Europei
Agenzia del Farmaco, bagarre Ue. Niente accordo sulla sede post Brexit

BAGARRE SULL'AGENZIA DEL FARMACO EUROPEA

Tra i 27 Stati dell'Ue "non" c'è ancora accordo sui criteri con cui dovranno essere scelte le nuove ubicazioni dell'Ema e dell'Eba. Lo ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei Sandro Gozi, al termine del Consiglio Affari Generali ex articolo 50, riunitosi oggi a Lussemburgo. "Dobbiamo ancora lavorare - ha detto - perché abbiamo espresso delle riserve, condivise da un gruppo di Paesi, per la procedura oggi proposta, che non assicura la continuità e il buon funzionamento delle agenzie, né che la selezione avvenga veramente sulla base di criteri tecnici". "Noi - ha continuato Gozi - siamo molto preoccupati soprattutto che l'Ema possa continuare a funzionare senza interruzioni, senza pause legate al trasferimento. Riteniamo che finora non ci sia un collegamento forte tra i criteri tecnici e la procedura di decisione politica. Per questo abbiamo chiesto alla Commissione, alla Presidenza e ai nostri partner un ulteriore approfondimento su come meglio venire incontro a queste esigenze, che sono condivise anche da altri Paesi".

NIENTE ACCORDO TRA GLI STATI UE PER I CRITERI DI SCELTA DELLA NUOVA SEDE

"Adesso vediamo - ha aggiunto Gozi - di qui al Consiglio Europeo, quali ulteriori soluzioni di compromesso si possono trovare. Noi abbiamo chiesto che si approfondiscano alcuni criteri: sarà una valutazione da fare a livello di capi di Stato e di governo. Deve esserci coerenza tra l'obiettivo, quello di assicurare il buon funzionamento delle agenzie, e il metodo di scelta". I Paesi dell'Est (cinque dei quali non hanno neppure un'agenzia Ue: si tratta di Cipro, Slovacchia, Croazia, Bulgaria e Romania) puntano su un criterio di redistribuzione geografica: "E' evidente- spiega Gozi - che nell'Ue questo tipo di equilibrio è sempre presente in ogni discussione". "La scelta fatta sulle agenzie dalla Commissione e dalla presidenza è di partire da criteri tecnici, per assicurare il buon funzionamento delle agenzie", prosegue Gozi.

MILANO SPERA PER IL POST BREXIT MA E' SCONTRO TRA I 27

"Secondo noi - continua - quelli sono i criteri che devono essere tenuti veramente in conto quando si prendono le decisioni. Poi le motivazioni nel voto segreto o di ognuno degli Stati membri, si possono allargare ad altre valutazioni, ma il cuore della questione è chi soddisfa meglio i criteri di buon funzionamento delle agenzie". Il meccanismo proposto da Consiglio e Commissione prevede un sistema di votazioni per scegliere le città vincitrici: "Abbiamo chiesto di rivedere il meccanismo di votazione, chiedendo un meccanismo che assicuri un più ampio consenso, pensando a una maggioranza più ampia rispetto ai 14 previsti, una maggioranza assoluta o dei due terzi", ha aggiunto Gozi. Il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk e quello della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, spiega il Consiglio, "hanno suggerito agli Stati membri una procedura specifica, che consiste in un invito a presentare offerte da parte degli Stati membri, in una valutazione da parte della Commissione basata su criteri oggettivi e in una decisione finale da parte dei 27 Stati membri con una votazione nell'autunno del 2017. I leader dell'Ue a 27 dovrebbero approvare la procedura a margine del Consiglio Europeo ex articolo 50 il 22 giugno".

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