Brexit, Boris Johnson incriminato per abuso d'ufficio: addio a Downing Street?
Boris Johnson, tra i piu' accreditati successori della premier britannica Theresa May, è stato convocato in tribunale
Regno Unito, "bugie" sui soldi all'Ue: Boris Johnson convocato dai giudici
Boris Johnson, tra i piu' accreditati successori della premier britannica Theresa May, e' stato convocato in tribunale, per rispondere delle accuse di condotta scorretta, mentre ricopriva una carica pubblica, legata alle sue dichiarazioni durante la campagna per il referendum sulla Brexit. Johnson, quando era sindaco di Londra, per perorare l'uscita dall'Ue aveva affermato che il Regno Unito inviava a Bruxelles 350 milioni di sterline a settimana. A denunciare Johnson e' stato Marcus Ball, 29 anni, che ha raccolto 200 mila sterline in una campagna di crowdfunding per finanziare la causa contro il politico conservatore, il quale - a suo dire - ha "detto menzogne" e ingannato gli elettori, sia durante la campagna referendaria del 2016, che nelle elezioni generali del 2017. Un caso che potrebbe mettere a repentaglio le sue ambizioni verso Downing Street.
Ora Boris Johnson rischia di non vincere la corsa al dopo Theresa May
Johnson, il cui intervento nella campagna per il referendum fu decisivo per la vittoria della Brexit con il 52%, dovra' comparire dinanzi ai giudici in un'udienza preliminare che stabilira' se dovra' essere processato, ha deciso la giudice Margot Coleman. La data di comparizione non e' stata annunciata. "Il Regno Unito non ha mai inviato o dato a Bruxelles 350 milioni di sterline a settimana", ha affermato uno degli avvocati di Ball, Lewis Power, spiegando l'accusa lo scorso giovedi' dinanzi al tribunale londinese di Westminster Magistrate. "Johnson sapeva che quella cifra era falsa" e "tuttavia opto' per ripeterla, una volta e un'altra volta ancora". "La democrazia - ha aggiunto il legale - richiede una leadership responsabile e onesta da parte delle persone che occupano funzioni pubbliche". L'ex sindaco di Londra, che appare come il favorito tra gli 11 candidati a sostituire May alle redini di Downing Street e dei Tory, nega le accuse. Il suo avvocato, Adrian Darbishire, ha sostenuto che l'accusa e' inadeguata e che si tratta di una manovra "politica".
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