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Affari Europei
Brexit, il premier May rinvia il voto. Pronta a tornare a Bruxelles

Brexit: May conferma ai Comuni rinvio voto di martedì

La premier britannica, Theresa May, ha confermato il rinvio del voto sulla Brexit, in agenda per martedì 11 dicembre alla Camera dei Comuni. Nel suo discorso davanti ai Comuni ha sottolineato "se il voto fosse andato avanti, sarebbe stato bocciato con un ampio margine. Quindi il voto sara' rinviato", ha spiegato.

Brexit: May, governo rafforzera' piano per eventuale no deal

La reazione dei mercati valutari: sterlina giù, ai minimi da 20 mesi/ Il rinvio e' stato poco gradito anche dai mercati che hanno segnato un tonfo dell'1,5% della sterlina sul dollari (l'1% e' stato perso nei pochi minuti dopo l'annuncio del rinvio) e cosi' Wall Street che ha aperto con un -2%, agitata dalle preoccupazioni che arriva da oltreoceano. L'annuncio di May che il governo sta rafforzando la pianificazione per un 'no deal' e la totale incertezza su una nuova data per il voto alla Camera dei Comuni non hanno aiutato.

Il governo britannico "intensifichera' la pianificazione per un eventuale no deal nel caso in cui i parlamentari non riuscissero a raggiungere un accordo su Brexit". Lo ha dichiarato la premier Theresa May durante la sua audizione alla Camera dei Comuni.

Brexit: May ai Comuni, per attuarla serve un compromesso

"Vuole questa Camera portare a termine la Brexit? Dobbiamo chiederci se vogliamo raggiungere un compromesso". Cosi' la premier britannica parlando alla House of Commons dove ha annunciato il rinvio del voto sull'accordo concordato con l'Ue per la Brexit. May, che ha definito il suo accordo come "il migliore possibile", ha spiegato che la Brexit non puo' essere attuata senza un compromesso e ha chiesto ai suoi critici di offrire una soluzione "alternativa"

Brexit: May, parlero' con l'Ue per rivedere il backstop 

La premier britannica, Theresa May, ha dichiarato alla Camera dei Comuni che terra' "colloqui urgenti" con i leader Ue per ridiscutere variazioni del backstop. May ha sottolineato che "la sfida del confine deve essere affrontata, con soluzioni reali e realizzabili. Ho visitato il confine irlandese. Le persone la' vogliono che le loro vite continuino come adesso. Non vogliono un confine duro", ha aggiunto

Brexit: Corte Ue, Gb libera di revocare uscita unilaterale

"Il Regno Unito è libero di revocare unilateralmente la notifica della sua intenzione di ritirarsi dall'Unione Europea". Lo hanno stabilito i giudici della Corte di Giustizia dell'Unione Europea in una sentenza storica, destinata a avere un forte impatto sul voto della Camera dei Comuni sull'accordo tra il governo di Theresa May e l'Ue a 27.  Il caso era stato sollevato davanti alla Corte di giustizia dell'Ue da un tribunale scozzese, dopo un ricorso presentato da membri del Parlamento britannico, del Parlamento scozzese e del Parlamento europeo: la richiesta era quella di sapere se la notifica di ritiro previsto dall'articolo 50 dal Trattato possa essere revocato in modo unilaterale. Alla vigilia del "voto significativo" della Camera dei Comuni, la Corte Ue sottolinea che la sentenza permettera' di chiarire le opzioni disponibili ai deputati del Parlamento del Regno Unito che dovranno pronunciare sulla ratifica dell'accordo" Brexit.

Secondo i giudici di Lussemburgo, quando uno Stato membro ha notificato al Consiglio europeo la sua intenzione di ritirarsi dall'Ue, come ha fatto il Regno Unito, questo Stato membro e' libero di revocare unilateralmente questa notifica. Secondo la Corte Ue, "sarebbe contrario all'obiettivo dei Trattati di creare un'unione sempre piu' stretta tra popoli d'Europa costringere a uscire uno Stato membro". Sottoporre il diritto di revoca a un'approvazione unanime degli altri governi "trasformerebbe un diritto unilaterale sovrano in un diritto condizionato e sarebbe incompatibile con il principio secondo cui uno Stato membro non puo' essere costretto a ritirarsi dall'Unione contro la sua volonta'", hanno detto i giudici di Lussemburgo.

Per la Corte UE, "la revoca deve essere decisa al termine di un processo democratico nel rispetto delle regole costituzionali nazionali". Inoltre, la revoca conferma l'appartenenza dello Stato membro interessato all'Ue in termini immutati quanto al suo status di membro e mette fine alla procedura di ritiro". Infine - hanno stabilito i giudici di Lussemburgo - la possibilita' di revocare l'uscita dall'Ue "esiste fino a quando un accordo di ritiro concluso tra l'Unione e lo Stato membro interessato non e' entrato in vigore o, in mancanza di questo accordo, fino a quando il periodo di due anni a partire dalla notifica dell'intenzione di ritirarsi dall'Ue, eventualmente prorogato, non e' scaduto". In altre parole, il Regno Unito ha fino al 29 marzo 2019, e oltre in caso di proroga dei negoziati oltre i 2 anni previsti dall'articolo 50 del Trattato, per decidere se fare marcia indietro sulla Brexit e revocare l'uscita.  

Brexit, referendum bis? E' possibile. Ecco come Londra può restare nell'Ue

Non solo. L'ipotesi di un referendum bis per la Brexit è ancora sul tavolo. Il voto del parlamento sull'accordo tra Theresa May e l'Unione europea dirà qualcosa di più, ma l'idea che si possa o si debba tornare alle urne è tutt'altro che tramontata, nonostante quanto dica il governo e l'ala più oltranzista che vuole difendere il risultato del voto del 2016.

Si allarga lo spettro dei sostenitori del secondo referendum

Da tempo Tony Blair e altri labour sostengono la necessità di un nuovo referendum. E negli ultimi giorni alcuni eventi hanno ridato fiato all'ipotesi del secondo voto. In particolare, a riaccendere le speranze dei britannici, in particolare degli scozzesi che vogliono restare in Europa, ci aveva già pensato il parere espresso dall'avvocato generale della Corte Ue Campos Sanchez Bordona, secondo cui Londra potrebbe ancora fermare unilateralmente la Brexit, entro la data dell'uscita formale concordata per il 29 marzo 2019. Parere ora confermato dalla storica sentenza di oggi della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.

La sentenza che fa sperare in un nuovo referendum sulla Brexit

L'indicazione di Sanchez Bordona aveva già fatto già esultare gli eurodeputati e i deputati anti-Brexit dei partiti d'opposizione (Labour, Scottish National Party e Verdi) che avevano sollevato il caso legale. Secondo l'avvocato Generale della Corte di giustizia dell'Unione Europea, il Regno Unito ha il diritto di revocare in modo unilaterale la Brexit. "La notifica dell'articolo 50 del Trattato sull'intenzione di ritirardi dall'Ue pu essere revocata unilateralmente a certe condizioni", aveva detto l'avvocato generale Campos Sanchez-Bordona nel parere su un caso sollevato da una corte scozzese.

La sentenza arrivata oggi è destinata a pesare sul voto alla Camera dei Comuni del 11 dicembre, dato che concede di fatto al Parlamento britannico la possibilità di revocare la notifica della Brexit. Insomma, Londra potrebbe non essere più così lontana dall'Unione del Vecchio Continente.

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