Carta di Roma, la mission impossible di Gentiloni: raccogliere 26 firme
Gentiloni vuole avere la firma di tutti i leader europei sulla dichiarazione di Roma del 25 marzo. Una missione (quasi) impossibile
E' una missione quasi impossibile nella quale Paolo Gentiloni rischia di rimanere assai deluso. Il 25 marzo a Roma si terranno le celebrazioni per i venticinque anni dei Trattati di Roma e per quella occasione tutti i leader europei si ritroveranno riuniti sotto uno stesso tetto. Gentiloni vorrebbe che da quell'assise uscisse un documento sul futuro dell'Europa condiviso da tutti. Ma la missione é molto difficile.
Gentiloni alla ricerca dell'unanimità
L'Est Europa va per conto suo. Da Visegard in giú vogliono una Europa che sia solo mercato unico, con un ritorno agli Stati nazionali per tutto il resto. Nel Nord Europa vogliono una Europa che sia piú´ integrata, ma questo per Berlino significa maggiore controllo reciproco sui conti pubblici e debito sovrano. I Paesi mediterranei vogliono anch'essi piú Europa, intesa invece come solidarietá tra Stati che dovrebbero condividere i rischi della casa comune. Ergo, esclusa la Gran Bretagna (in fase di addio) e l'Italia, a Gentiloni servono 26 firme che difficilmente riuscirá a raccogliere.
Pre-vertice Tusk, Juncker, Gentiloni e Muscat su Roma
Prima della riunione informale a 27 per discutere della dichiarazione sul futuro dell'Europa dopo la Brexit che dovrebbe essere adottata al vertice di Roma del 25 marzo, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e quello della Commissione, Jean-Claude Juncker, prepareranno il terreno in un breakfast con i primi ministri di Italia e Malta, Paolo Gentiloni e Joseph Muscat. Alla riunione informale, prevista per questa mattina, partecipano i capi di Stato e di governo dell'Unione europea, con l'eccezione della premier britannica, Theresa May.
Anche le fonti ufficiali confermano: difficile l'unanimitá
La bozza di dichiarazione di Roma e' stata accolta con freddezza da diversi paesi dell'Est, in particolare per il sostegno a un'Europa a piu' velocita'. "La Polonia dice chiaramente che non c'e' accordo per un'Unione Europa a multi-velocita'", ha detto ieri la premier polacca, Beata Szydlo. Anche Tusk ha espresso perplessita': secondo il presidente del Consiglio europeo, il messaggio che deve essere affermato a Roma e' "piu' unita' che multi-velocita'".