Affari Europei

Coalizione anti-Isis, Costa: “Serve una diplomazia culturale”

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Onorevole Costa, il presidente della Commissione europea, durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione, ha dedicato al cosiddetto Stato islamico un ampio capitolo. Crede che la road map individuata da Juncker  per contrastarlo sia efficace?
“Assolutamente sì. Dobbiamo rispondere con forza all’aggressione e alle brutalità perpetuate dallo Stato islamico in tutto il Medio oriente. Serve che l’Onu prenda immediata coscienza del problema ed intervenga per tutelare la popolazione e il patrimonio culturale che quelle terre racchiudono. D’altronde è sotto gli occhi di tutti che l’attuale strategia non sta funzionando”.

Come membro della commissione cultura lei si è impegnata molto perché la comunità internazionale agisse per difendere i reperti archeologici e le opere d’arte conservate nei territori controllati dall’Isis. Quali impegni sono stati presi a livello europeo?
“Ad aprile c’è stato un importante voto del Parlamento, il primo al mondo, che ha equiparato la distruzione dei reperti archeologici ad un crimine contro l’umanità. In quella sede ci siamo impegnati ad aiutare gli archeologi che lavorano in quelle regioni, anche con strumenti tecnologici, come i satelliti Copernico. Occorre inoltre contrastare il traffico di reperti sottratti illegalmente, che vede negli Usa e nell’Europa i due mercati di riferimento”.

Come si possono tutelare rovine e statue che sono nel territorio controllato dall’Isis?
“Durante il summit ad Expo con 83 ministri della cultura abbiamo chiesto, insieme al governo italiano, che venga creata una task force dell’Unesco, ribattezzati i ‘caschi blu della cultura’ capace di intervenire in teatri di guerra per portare in salvo le opere d’arte.  Ad ottobre si riunirà l’esecutivo dell’organizzazione Onu per discuterne e spero venga presa una decisione forte. Inoltre martedì prossimo Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, verrà in commissione cultura per parlare proprio di questi temi”.

Qualcuno potrebbe obiettare che in una situazione di guerra, in cui migliaia di esseri umani muoiono, è velleitario pesare a statue e rovine. È così?
“Certamente no, per almeno due motivi. Primo, perché la dignità di un essere umano e di un popolo è legata anche alla sua cultura e alla sua storia. Bisogna ovviamente fare di tutto per tutelare la vita umana, ma non bisogna pensare che l’arte e la cultura siano inutili. Che cosa sarebbe l’Italia senza i suoi musei e i suoi palazzi”.

E il secondo motivo qual è?
“La cultura è la base su cui costruire l’integrazione.  Condividere una storia e dei valori è fondamentale. Per questo ho fortemente insistito e ottenuto che nel meccanismo di redistribuzione dei profughi all’interno dell’Unione si parli espressamente del diritto all’istruzione dei minori. La cultura è dialogo e può agevolare la pace. La stessa Federica Mogherini ha dedicato a questo tema una parte del suo discorso in Aula”.

Serve una ‘diplomazia culturale’ europea?
"A novembre la Commissione lancerà proprio una proposta sulla diplomazia culturale. Dobbiamo trovare un terreno comune con gli Stati arabi che hanno forti interessi ed influenze nell’area dove oper l’Isis. Dobbiamo dare vita ad una alleanza forte che si opponga allo Stato islamico, che coinvolga Onu, Lega araba e Lega africana”.