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Affari Europei
Elezioni Uk, i Conservatori dilagano. Labour e Ukip in sofferenza
Il premier britannico Theresa May

 

Si sono chiusi ieri notte i seggi in Gran Bretagna. I cittadini d'Oltremanica sono stati chiamati alle urne per rinnovare le amministrazioni locali. E anche se al voto non sono andate città di peso come Londra, i risultati sono analizzati con attenzione come cartina di tornasole in vista delle elezioni politiche del prossimo 8 giugno.

GranBretagna alla prova del voto amministrativo

In ballo ci sono i governi in 88 municipi, 34 in Inghilterra, 32 in Scozia e 22 in Galles. Ben 15.403 candidati si contendono 4.851 poltrone di consigliere comunale. Secondo i primi dati i Conservatori hanno dilagato confermando le amministrazioni uscenti e conquistando due nuovi governi locali: Lincolnshire, dove l'Ukip ha perso tutti i suoi seggi, e Blaenau Gwent, dove invece a prendere una sonora batosta é stato il Labour.

I Conservatori confermano il loro primato

Secondo i primi dati ad avere la meglio in quasi tutti i collegi sono stati i candidati del Partito conservatore della premier Theresa May che secondo gli ultimi sondaggi doppia a livello nazionale il Labour di Jeremy Corbyn. Ma attenzione, perché i voti locali, in Gran Bretagna come in Italia, sono regolati da dinamiche uniche e non rispecchiano dunque necessariamente gli equilibri a livello nazionale.

Il voto locale non é lo specchio di quello nazionale

La conferma della supremazia dei Tory a livello locale lancia comunque un segnale importante in vista del voto dell'8 giugno, quando i britannici saranno chiamati per eleggere il nuovo Parlamento dopo il voto anticipato chiesto da Theresa May dopo appena due anni dalle ultime elezioni. Il voto si é reso necessario dal processo di secessione dall'Unione europea che il Paese sta attraversando. Cameron aveva vinto le elezioni nel 2015 promettendo un referendum sull'Unione europea. Referendum che poi c'é stato e che ha visto vincere il Leave. Ma il governo si era schierato per il Remain e cosí il premier si é dimesso per fare posto a Theresa May.

May vuole maggiori margini a Westminster

Ma nel partito Conservatore sono in molti a non volere una Brexit e in Parlamento l'esecutivo ha una maggioranza risicata. Ecco dunque che la May ha voluto tentare la fortuna, rincuorata dai sondaggi, ed andare al voto in modo da avere un sostegno piú ampio a Westminster. L'obiettivo é avere una maggioranza forte per poter affrontare con piú serenitá il braccio di ferro con la Commissione europea.

I sondaggi premiano i Tory a livello nazionale

Giá, i sondaggi. Secondo un “poll of polls” della Bbc i tories si attestano al 43% delle intenzioni di voto contro il 25% dei laburisti, l’11% dell’Ukip e il 10% dei liberaldemocratici. Lo Scottish national party sarebbe al cinque per cento, i verdi al quattro. YouGov ha pubblicato un sondaggio effettuato il 12 e 13 aprile che vede i Tories al 44%, i laburisti al 23%,i lib-dem, al 112% e l’Ukip al 105.

In difficoltà sia il Labour che l'Ukip

A rimetterci, in queste elezioni (ma anche a livello nazionale) sarà la sinistra guidata da Corbyn che é penalizzata dagli elettori. Anche se ha vinto il congresso interno, Corbyn non piace alla parte moderata dell'elettorato che tra la sinistra e il centrodestra ha ritrasferito il secondo (come d'altronde Tony Blair aveva pronosticato). Ma gli elettori si sono allontanati anche dall'euroscettico United Kingdom National Party. Ottenuta la Brexit infatti in molti si chiedono quale sia lo scopo di votare un partito dai toni sguaiati e senza leadership come l'Ukip.

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