Filiera agroalimentare, Caputo: "Più potere agli agricoltori"
A Bruxelles é in discussione una proposta per aumentare le tutele degli agricoltori all'interno della filiera agroalimentare. L'intervista a Nicola Caputo
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Ad inizio aprile il Commissario all'Agricoltura, l'irlandese Phil Hogan, ha presentato la proposta di direttiva contro le pratiche commerciali sleali all'interno della filiera agroalimentare. La proposta prevede, tra le altre cose, interventi per ridurre i ritardi nei pagamenti, le cancellazioni di ordini last minute per i prodotti deperibili e le modifiche unilaterali e retroattive degli accordi presi.
"Sono interventi necessari per tutelare i piccoli produttori che si trovano in una posizione di debolezza nei confronti della grande distribuzione organizzata", spiega ad Affaritaliani.it Nicola Caputo, eurodeputato del Pd e membro della Commissione Agricoltura, che già aveva presentato un Union Act sul tema.
"Oggi gli agricoltori italiani ed europei, che producono materie prime di qualità e in maniera sostenibile, hanno poco potere di contrattazione nei confronti delle grandi imprese di trasformazione ma soprattutto della Gdo, che impone accordi capestro e penali che trovo siano ingiuste".
Come si puó intervenire per riequilibrare la situazione?
"Dando maggiori tutele agli agricoltori che spesso si trovano a dover accettare pratiche commerciali sleali e condizioni capestro. Parliamo di annullamenti di ordini di beni deperibili che poi non si riescono a ricollocare sul mercato. O del fatto che il produttore é responsabile della deperibilità del prodotto anche quando stoccato nel punto vendita".
Si fa qualcosa anche per il prezzo di vendita delle materie prime?
"Sfortunatamente no, ma presenteremo sicuramente degli emendamenti al riguardo. Gli agricoltori oggi non sono remunerati il giusto per il loro lavoro. Del prezzo che il consumatore paga al supermercato per un prodotto, all'agricoltore arriva solo una minima parte, anche il 15%".
Perché era necessaria una legislazione a livello europeo?
"Oggi ci troviamo in una situazione a macchia di leopardo in cui ci sono varie legislazioni all'interno dell'Unione. Con questa proposta della Commissione si prova a mettere ordine e a tutelare i soggetti deboli della filiera ovunque operino. Noi in Italia abbiamo già alcune norme, come quella sui pagamenti a 30 giorni, ma si puó fare ancora molto".
Ci sono dei fronti su cui questa proposta andrebbe migliorata?
"Dovremmo tutelare gli agricoltori che vogliono denunciare pratiche scorrette e che oggi non lo fanno per timore di ritorsioni da parte dei clienti. Penso che le organizzazioni professionali debbano fungere da piattaforma atta a consentire ai produttori di presentare senza timori denunce dinnanzi all’autorità competente in caso di presunte pratiche commerciali sleali".
C'é altro?
"L'altro tema é quello dei private label, i marchi che appartengono ai supermercati stessi. Questi prodotti aumentano ancora di più il potere della Gdo minando la concorrenza e riducendo i margini per gli agricoltori".