GERMANIA, CAOS NEL GOVERNO SUL CASO MAASSEN: MERKEL PRONTA A CACCIARLO
Riunione al vertice dell'esecutivo tedesco per decidere sul caso Hans-Georg Maassen, il capo del Bundesamt fuer Verfassungschutz, il servizio interno di intelligence, che potrebbe - secondo alcune indiscrezioni - essere sollevato dal suo incarico a causa delle dichiarazioni riguardanti i fatti di Chemnitz. Maassen aveva messo in dubbio la portata delle violenze xenofobe degli estremisti di destra scoppiate nella cittadina della Sassonia a seguito dell'uccisione di un cittadino tedesco per la quale sono stati fermati due richiedenti l'asilo. Al vertice prendono parte i leader dei tre partiti della coalizione, oltre a Angela Merkel per la Cdu, il leader della Csu Horst Seehofer e quella della Spd, Andrea Nahles. Poco dopo le violenze del 26 agosto la cancelliera aveva pubblicamente condannato i fatti testimoniati dalle immagini video circolate e in cui si vedevano due cittadini arabi presi di mira da locali. Merkel aveva parlato apertamente di "cacce" allo straniero. Quindi, in un'intervista del 7 settembre alla Bild, Maassen aveva messo in dubbio l'autenticità delle immagini e di fatto contestato le dichiarazioni di condanna della cancelliera sostenendo che non vi fossero prove sulle quali basare tali accuse. Dichiarazioni rispetto alle quali dopo di allora ha preso le distanze.
GERMANIA, LA MERKEL PROVA A SALVARE LA POLTRONA CACCIANDO IL CAPO DELL'INTELLIGENCE
A chiedere che Maassen chiarisse le sue affermazioni davanti ad una commissione parlamentare era stata in un primo momento la Spd di Nahles: il 12 settembre il capo del servizio di intelligence interno tedesco era stato ascoltato per due ore dai parlamentari della commissione intelligence del Bundestag e al termine dell'audizione i rappresentanti di Cdu, Csu e Fdp nella commissione si erano dichiarati soddisfatti delle ricostruzioni e delle spiegazioni fornite. I rappresentanti della Spd, dei Verdi e di Die Linke avevano invece annunciato di volere maggiori chiarimenti dal capo dell'intelligence. E il giorno successivo i vertici del Partito socialdemocratico tedesco (Spd) avevano chiesto la rinuncia di Maassen al suo incarico per le dichiarazioni che - sostenevano - di fatto compromettevano la coalizione di governo. Ieri poi era arrivata l'indiscrezione della Welt che anticipava la decisione della cancelliera di chiedere la rinuncia del capo dell'agenzia di intelligence. Al momento, assicuravano però successivamente fonti dell'esecutivo di Berlino citate dalla Dpa, nessuna decisione è stata ancora presa. Solo Horst Seehofer, leader della Csu, ha pubblicamente preso le difese di Maassen. Ma ha anche assicurato che la coalizione di governo tedesca non salterà a causa dei disaccordi esistenti tra l'Spd e la Cdu/Csu sul capo dell'intelligence.
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