Affari Europei
Germania, von der Leyen spacca la Grande Coalizione. Governo Merkel a rischio
La mancata nomina di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue, se avvenisse a causa del no dell'Spd, potrebbe aprire una crisi di governo
Il governo Merkel trema. E non solo per i preoccupanti episodi che hanno visto coinvolta Frau Angela, che continua a rassicurare sul suo stato di salute, ma anche per le perturbazioni politiche in atto tra i partner della grande coalizione. Il motivo del contendere è la nomina di Ursula von der Leyen alla Commissione europea. La delfina della Merkel, ovviamente sostenuta dalla Cdu/Csu, viene osteggiata dai socialisti dell'Spd. E una mancata elezione della tedesca a causa (anche) dei voti della sinistra connazionale potrebbe portare a una crisi di governo, nonostante le dichiarazioni in senso contrario degli esponenti politici.
Soeder (Csu): "Spero che SpD torni in sé su no a nomina von der Leyen"
Il presidente dell'Unione cristiano-sociale e primo ministro della Baviera, Markus Soeder, ha espresso l'auspicio che il Partito socialdemocratico tedesco (SpD) "torni in se'", rinunciando a votare contro la nomina di Ursula von der Leyen, il ministro della Difesa della Germania, a presidente della Commissione europea, su cui il Parlamento europeo si esprimera' nella seduta di domani, 16 luglio. In un'intervista rilasciata nella serata di ieri, 14 luglio, all'emittente televisiva tedesca "Zdf",Soeder ha inoltre affermato che, se von der Leyen non dovesse essere nominata presidente della Commissione, l'Ue "si renderebbe ridicola davanti a tutto il mondo", dovendo "andare avanti per tre o quattro mesi senza alcuna soluzione". Il primo ministro bavarese non ha voluto rispondere a una domanda sulle conseguenze che un voto contrario a von der Leyen da parte della SpD potrebbe avere sulla tenuta della Grande coalizione al governo della Germania dal 14 marzo scorso, formata da Unione cristiano-democratica (Cdu), Csu e socialdemocratici. "Non rilascio ultimatum", ha detto Soeder, aggiungendo di auspicare, "in generale, un nuovo spirito di collaborazione" tra le parti della Grande coalizione.
Bullmann (SpD): "Nessuna crisi" se nomina von der Leyen non viene approvata
Qualora la nomina del ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, a presidente della Commissione europea non venisse approvata dal Parlamento europeo nella seduta di domani, 16 luglio, "non vi sarebbe alcuna crisi". E' quanto affermato da Udo Bullmann, eurodeputato del Partito socialdemocratico tedesco (SpD) e presidente del gruppo Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D) al Parlamento europeo dal 20 marzo 2018 al primo luglio scorso. In un'intervista rilasciata ieri, 14 luglio, al quotidiano tedesco "Frankfurter Allgemeine Zeitung", Bullmann ha spiegato che, in caso di mancata nomina di von der Leyen a presidente della Commissione, vi sarebbero "ancora Timmermans, Barnier e Georgieva" a poter ricoprire tale incarico. Il riferimento e' a Frans Timmermans, esponente del Partito del socialismo europeo (Pse), da cui e' stato candidato alla presidenza della Commissione alle elezioni europee del 23-26 maggio scorso. Sia Michel Barnier sia Kristalina Georgieva, rispettivamente capo negoziatore dell'Ue per la Brexit e direttore generale della Banca mondiale, sono invece esponenti del Partito popolare europeo. Come ricorda la "Frankfurter Allgemeine Zeitung", i 16 eurodeputati della SpD hanno deciso di votare contro la nomina di von der Leyen a presidente della Commissione europea.