Vertice di Roma, gli Usa tengono d'occhio l'Italia
Gli Stati Uniti guardano con molta attenzione al vertice di Roma del 25 marzo. Ascesa o dissoluzione dell'Unione? Trump in attesa
Sovvertendo i capisaldi della politica estera statunitense degli ultimi settant'anni, il presidente Donald Trump ha elogiato la decisione britannica di abbandonare l'Unione europea, indicando di voler privilegiare rapporti bilaterali con i singoli Stati membri, caldeggiando cosi' il ripristino della piena sovranita' nazionale, libera rispetto ai vincoli di Bruxelles. Alla fine della Seconda Guerra mondiale erano stati proprio gli Usa a spingere per un'inedita forma di unione economica e politica nell'Europa occidentale, innanzitutto con il piano Marshall, il programma di aiuti economici per la ricostruzione del Vecchio Continente, che Washington subordino' ad una gestione collettiva da parte dei Paesi europei. Europa unita significava, nella strategia statunitense, un partner forte e affidabile, un blocco occidentale in funzione anti-sovietica.
L'IMPEGNO EUROPEISTA DI FULBRIGHT
In questo contesto, un ruolo cruciale nella sensibilizzazione degli Stati Uniti a favore dell'integrazione europea gioco' James William Fulbright, senatore democratico dell'Arkansas dal 1945 al 1974, figura popolare ed influente nel Congresso degli Stati Uniti dalla fine della Seconda Guerra mondiale agli anni Novanta. Nel marzo del 1947 presento' la risoluzione senatoriale: "Il Congresso appoggia la creazione degli Stati Uniti d'Europa nel quadro delle Nazioni Unite". Nonostante non sia mai stata discussa e votata dal Senato, suscito' notevole interesse da parte della stampa e larga condivisione tra l'opinione pubblica mentre l'impegno di Fulbright continuo' anche dopo la presentazione della risoluzione, con conseguenze non trascurabili nella politica degli Stati Uniti nei confronti dell'Europa. In successivi interventi,Fulbright spiego' ampiamente che la costituzione federale dell'Europa avrebbe scongiurato il pericolo di nuovi conflitti, prevenendo esasperati nazionalismi e favorendo la pacificazione mondiale. Nel 1946 sponsorizzo anche il 'Fulbright Act', una legge in base alla quale parte dei fondi dovuti agli Usa per i residuati di guerra, fossero usati per borse di studio al fine di incrementare gli scambi tra studiosi e studenti statunitensi e i loro colleghi di altre nazioni, compresa l'Italia. Ancora oggi, ogni anno nel mondo vengono assegnate circa 8.000 borse di studio Fulbright.
KISSINGER E LA FAMOSA FRASE SU "CHI CHIAMARE IN EUROPA"
"Chi devo chiamare se voglio parlare con l'Europa?". Questa famosa frase attribuita a Henry Kissinger, ex segretario di Stato nelle amministrazioni di Richard Nixon e Gerald Ford, e' stata piu' volte menzionata per lamentare, da parte degli Usa, la mancanza di una singola linea di politica estera nel Vecchio Continente. "Ora e' relativamente piu' semplice avere le risposte alle domande tecniche. Ma direi che se anche esistesse un numero telefonico e venisse usato, la risposta non sarebbe sempre molto chiara", noto' Kissinger nel 2012, in occasione di un incontro pubblico a Varsavia con il ministro degli Esteri polacco, Radek Sikorski, riferendosi al ruolo all'Alto rappresentante dell'Unione europea per le relazioni estere rispetto alle voci dei singoli leader. "L'Europa - disse - ha la capacita' di diventare una superpotenza, ma non ha ne' l'organizzazione ne' l'idea di diventarlo. Questa e' una sfida per il concetto di Europa".
IL FATTORE MALLOCH
Se Ted Malloch venisse scelto come ambasciatore di Washington a Bruxelles, "l'Unione europea avrebbe un buon motivo per ritenere che l'amministrazione Trump e' pronta a sostenere la disintegrazione dell'Ue", ha sentenziato il Washington Post. Il 64enne professore dell'Universita' di Reading, in Inghilterra, e' considerato l'uomo prediletto da Trump per il ruolo di ambasciatore Usa presso l'Ue. Malloch ha 'orgogliosamente' dichiarato di essere contro l'Ue e l'euro. "Nella mia precedente carriera diplomatica ho aiutato ad abbattere l'Unione sovietica. Ora sembra che ci sia un'altra Unione che ha bisogno di una scossa", ha intimato Malloch in un'intervista alla Bbc anticipando anche la fine dell'euro. "Certamente l'alleanza transatlantica deve continuare . Buone relazioni tra Stati Uniti e Unione europea sono essenziali - ha scritto in un editoriale Malloch - ma l'integrazione europea non e' affatto nell'interesse degli Stati Uniti...l'amministrazione Trump sta costantemente mettendo in chiaro che gli Usa non sono piu' interessati alla vecchia forma di integrazione europea". Contro Malloch a Bruxelles c'e' stata una levata di scudi. Il presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani, ha avvertito che la sua candidatura come rappresentante Usa non e' gradita. "Siamo disponibili ad ascoltare tutti i consigli e tutte le critiche ma non siamo sottomessi a nessuno - ha eccepito - non prendiamo ordini da nessuno, non siamo disposti ad accettare insulti da persone che probabilmente non conoscono l'Unione Europea e che il parlamento europeo ha dichiarato non gradite"
'AMERICA FIRST', L'AMERICA PRIMA DI TUTTO
"E' un diritto di tutte le nazioni anteporre i propri interessi", ha dichiarato Trump nel suo discorso inaugurale, populista e ipernazionalista, incentrato sull'"America prima di tutto". Co-autore dell'intervento, l'ultra conservatore Steve Bannon, il suo capo stratega, fondatore del sito di estrema destra Breitbart News. "Bannon odia l'Unione Europea", scrive Michael Crowley sul Politico, citando Ben Shapiro, ex collaboratore di Breitbart. Per il 'chief strategist' di Trump, l'Unione Europea non e' altro che una minaccia per l'intera civilta' occidentale: "Un corpo che annacqua l'identita' nazionale e le cui politiche di frontiera permettono all'Islam di invadere l'Occidente, un rifugiato alla volta", riferisce sempre Crowley sulle colonne del Politico. "Ammiro i movimenti nazionalisti in tutto il mondo", ha dichiarato Bannon al Wall Street Journal, poco dopo la vittoria di Trump, sostenendo la necessita' di ripristinare le frontiere tra gli stati europei, per tenere fuori gli immigrati musulmani e tutelare l'identita' religiosa.
TRUMP E IL 'MIRACOLO' DI RICOMPATTARE L'UE
"Penso che la Brexit sara' una cosa meravigliosa per il vostro Paese, ha detto Trump durante la visita della premier britannica, Theresa May, alla Casa Bianca lo scorso gennaio. "Sarete in grado di fare i vostri accordi commerciali senza che nessuno vi controlli", aveva rincarato marcando la differenza con Il suo predecessore, Barack Obama, convinto che la Brexit avrebbe messo la Gran Bretagna "in ultima fila". Sulle pagine del Times e della Bild, Trump ha definito l'Unione europea utile solo a Berlino. "Guardate l'Ue e vi ritrovate la Germania, e' un grosso strumento per la Germania - ha ammonito - e' la ragione per la quale credo che il Regno Unito abbia fatto bene ad uscirne".
Ma se il continuo soffiare trumpiano sul fuoco dei nazionalismi pone dei rischi per l'Ue, l'effetto potrebbe anche essere quello di stimolare un nocciolo duro di nazioni piu' inclini all'integrazione a tessere una tela piu' stretta in Ue. La vittoria del liberale Mark Rutte e la sconfitta del partito islamofobo e anti-Ue di Geert Wilders alle elezioni Olandesi, potrebbe rappresentare un primo assaggio in questa direzione. "Dopo la Brexit e l'elezione americana, l'Olanda ha detto no al populismo", sono state le prime parole di Rutte. In ascesa anche le quotazioni del socialdemocratico renano Martin Schulz, candidato alla cancelleria tedesca che sta cavalcando la forte impopolarita' di Trump nel Vecchio Continente. "Nell'era del trumpismo in Europa ora abbiamo bisogno delle democrazie basate sui valori della cooperazione piu' che mai", ha avvertito Schultz scommettendo, paradossalmente, sul nuovo presidente americano come fattore decisivo nel ricompattare l'Ue. "No #Nexit. La destra anti Ue ha perso le elezioni in Olanda. Impegno comune per cambiare e rilanciare l'Unione", e' stato il commento via Twitter del premier italiano Paolo Gentiloni mentre nella capitale italiana fervono i preparativi per celebrare, il prossimo 25 marzo, i 60 anni dei Trattati di Roma, che istituirono la CEE, la Comunita' Economica Europea, e l'EURATOM, la Comunita' Europea per l'Energia Atomica.