Affari Europei

Zanonato ad Affari: "I migranti sono una risorsa per l'Europa. Ma serve una strategia comune"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Onorevole Zanonato, l'Europa sta affrontando nella maniera corretta il fenomeno migratorio?
“Mi pare proprio di no, semplicemente perché non sta agendo come Europa, ma come un insieme di singoli Stati che adottano politiche nazionali improntate più a ragioni elettorali che non ad una strategia comune. I governi temono di perdere il consenso di fronte ad elettori impauriti, non c'è un atteggiamento razionale ma tutto è dominato dall'emotività”.

La Commissione però ha proposto un piano di accoglienze e ricollocamento, approvato dagli Stati, che é poi stato disatteso dai singoli governi. Come se ne esce?
“Serve un'opera di moral suasion per richiamare alle proprie responsabilità tutti i ventotto Stati dell'Unione. D'altronde non é pensabile di rinchiudersi dentro i propri confini. Qui stiamo parlando di persone che fuggono dalla fame e dalla guerra. Non possono essere fermate con del filo spinato”.

La chiusura progressiva della rotta balcanica potrebbe portare i migranti a prendere la strada italiana, sbarcando in Puglia dalla Grecia, oppure passando dal Friuli Venezia-Giulia. Da veneto é preoccupato?
“Ovviamente ritengo che l'Italia, come la Grecia, non possa farsi carico da sola di questo fardello enorme. È l'Europa nell'suo insieme che deve intervenire,  non dimentichiamoci che l'Europa ha bisogno degli immigrati”.

Ci può spiegare?
“Siamo un Continente che sta perdendo progressivamente forza lavoro. Facciamo pochi figli e abbiamo un welfare molto costoso. Se vogliamo continuare ad essere una potenza industriale dobbiamo importare lavoratori. Uomini e donne che producono ricchezza e pagano le tasse”.

In Italia però c'é una disoccupazione giovanile tra le più alte d'Europa, come se lo spiega?
“I migranti vanno ad occupare quei posti di lavoro che i nostri giovani non vorrebbero comunque. Però ricordiamoci una cosa, i migranti non possono essere trattati solo come braccia, come oggetti”.

In che senso?
“Non sono manodopera a basso costo da sfruttare senza riconoscere i diritti. Sono persone, i profughi in particolare scappano dalla guerra, hanno una famiglia, una storia. Servono politiche di accoglienza ed integrazione”.

Come ha fatto Angela Merkel in Germania?
“La Germania ha una lunga storia di accoglienza. Ha una macchina rodata capace di accogliere e inserire nel suo tessuto produttivo i migranti. La Cancelliera ha fatto poi la saggia scelta di aprire le porte. Lo ha fatto sopratutto con i siriani, che hanno un alto grado di istruzione e possibilità maggiori”.

Lunedì si terrà un summit tra Europa e Turchia. Ankara é il partner giusto per gestire i flussi?
“La Turchia ha già un numero elevatissimo di profughi e sta facendo la sua parte e va aiutata. Serve un accordo con perché su questo tema, vista la sua dislocazione geografica, Ankara é l'unica a poter dare un contributo rilevante”.