Tour coast to coast per i type di Lorenzo Marini

Coerentemente con i principi della Type Art, Raintype racconta la trasformazione di una pioggia in un alfabeto dinamico, liberato dal rigore della funzione

Di Milo Goj
Cronache dal mercato dell'arte

Tour coast to coast per i type di Lorenzo Marini

Da Palm Beach, in Florida, a Los Angeles, in California. Questo l’itinerario compiuto tra gennaio e febbraio da Raintype, l’installazione realizzata dall’artista e art director Lorenzo Marini. Il lavoro aveva debuttato lo scorso 25 gennaio all’esposizione fieristica Art Palm Beach, dove era stata definita come la più amata dai media locali e dai social.

Il 15 febbraio è stata presentata a L. A. Art Show, la più grande fiera di arte visiva della West Coast. Si tratta una esposizione internazionale cui partecipano oltre 120 gallerie provenienti da tutto il mondo, con la presenza di 2.500 artisti, 70 mila visitatori e 300 giornalisti. All’incirca 2 milioni i web hits in una settimana di esposizione.

In uno spazio di 200.000 square feet a Downtown Los Angeles, Marini, qui rappresentato da Bruce Lurie Gallery, ha allestito una struttura costituita da 4 mila type sospesi, dentro i quali il visitatore è invitato ad entrare per una passeggiata tra le lettere liberate. Si tratta quindi di un’installazione immersiva, dove il pubblico interagisce con l’opera.

“In uno spazio quadrato il cui fondo specchiato rappresenta l’acqua della pioggia, le lettere fluttuanti rappresentano il superamento della parola e della logica stessa”, spiega Marini. “Si entra nel mondo degli alfabeti simbolici”, continua, “quelli che pervadono la nostra vita senza che ce ne rendiamo conto”.

Coerentemente con i principi della Type Art, il movimento creato da Marini nel 2016, Raintype racconta la trasformazione di una pioggia in un alfabeto dinamico, liberato dal rigore della funzione, e si avvicina così alla cultura orientale, che considera la calligrafia una forma elevata di arte. 

“La bidimensionalità dell’arte lascia il posto alla tridimensione, sia essa digitale o architettonica. La contaminazione creativa di questi tempi distrugge le barriere tra le tecniche e gli stili. I nuovi consumatori chiedono ai brand delle emozioni, e anche nell’arte l’esperienza è un journey”, conclude l’artista.

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