Truffe ad anziani soli: serve organismo ad hoc per controllare amministratori
Nessun "care giver" può essere esentato da regole che tutelino il destino di una delle fasce più fragili della popolazione
Anziani, è boom di truffe e raggiri da parte di chi amministra il patrimonio
L'argomento delle truffe agli anziani è di cronaca purtroppo, non solo in Italia, ma in questo momento si sta verificando nel mondo un fenomeno più subdolo e inquietante che colpisce la fascia più fragile della nostra società: il raggiro degli anziani allo scopo di impadronirsi dei loro beni. Basta che un medico corrotto dichiari che un anziano abbia la demenza senile che immediatamente possono mettere un amministratore di sostegno per gestire il conto corrente dell'anziano in questione, portarlo via dalla casa in cui vive e metterlo in una RSA con buona pace di qualsiasi volontà della persona di cui non si preoccuperà più nessuno. Una malvagità se pensiamo che tante voci di persone ancora con una grande voglia di vivere vengono soffocate da questo sistema.
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Un fenomeno su cui riflettere, o meglio, verificare con un metodo meno soggetto al dolo perché un anziano solo, o che non ha una famiglia così presente, può essere facilmente raggirato e forse bisognerebbe istituire delle regole per cui siano prese decisioni collegiali e affidare la facoltà di poter decretare la tua demenza ad un solo medico o ad una solo struttura sanitaria. Ad una certa età è normale avere delle dimenticanze o non avere gli stessi riflessi di una volta ma non può bastare per demolire la vita e l'identità di una persona in là con l'età.
Recentemente una situazione del genere è stata raccontata in un servizio delle”Iene” che cercava di far luce sulla vicenda del signor Carlo, un uomo di cultura e molto benestante di 90 anni, che nella sua vita aveva sempre aiutato con generosità chi ne avesse bisogno, ad un certo punto viene portato contro la sua volontà, in una struttura sociosanitaria residenziale dedicata ad anziani non autosufficienti. Secondo la ricostruzione del servizio, l'uomo aveva presentato un esposto che puntava il dito sull’ex amministratrice di sostegno che dichiarava: “Vogliono farmi dichiarare incapace di intendere e di volere e gestire i miei soldi”. E nonostante una perizia psichiatrica fatta su richiesta dello stesso signor Carlo per dimostrare la sua lucidità nelle scelte che non ha evidenziato nessun deficit cognitivo, da allora non si hanno più sue notizie.
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Negli Stati Uniti, questo fenomeno l'hanno raccontato nel film “I care a lot” di Jonathan Blakeson con protagonista l'attrice Rosamund Pike (tutti lo possono vedere su Prime) dove una tutrice legale si approfitta di anziani in difficoltà per arricchirsi. E' la storia di una truffatrice che si guadagna da vivere convincendo un giudice a nominare la sua tutela sugli anziani che vivono da soli, con il pretesto che non possono prendersi cura di se stessi. Per fare questo si avvale di una struttura organizzata che le segnala i casi e amplifica nei referti le loro patologie per poi collocare gli anziani in una struttura di residenza assistita e interrompere ogni contatto con il mondo esterno, vendendo le loro case e beni per il proprio profitto.
E' incredibile quanto sia verosimile con tante situazioni che mi sono state raccontate da persone che hanno parenti anziani che si ritrovano in queste ingarbugliate situazioni e che sono stati costretti a fare denunce e successive battaglie legali per dimostrare l'inganno e la truffa di alcune perizie a danno dei propri cari. Magari sono persone che vivono lontane o che pensavano di aver affidato nelle mani migliori possibili i propri cari e si ritrovano, invece, a lottare per dimostrare il falso e riappropriarsi della vita dei propri familiari raggirati. Per incriminare una persona, infatti, è assolutamente necessario avere delle prove concrete che la truffa è in corso. E davanti ad un giudice non bastano delle supposizioni o si rischia che la persona che voleva rubare non venga neanche punita.
Anziani raggirati e truffati; serve un organismo ad hoc che controlli
Secondo la legge è reato penale il raggiro, ma non è possibile punire le intenzioni, si deve portare in tribunale una serie certa di prove, ed è la parte più difficile. Non dev’essere per forza conclamata un’incapacità di intendere o volere. La realtà supera l'immaginazione? No.
Sembra, che esistano vere e proprie organizzazioni che insegnano a badanti, babysitter e colf come portare a termine il raggiro dell’esproprio di tutto il patrimonio delle povere ed ignare vittime. inoltre, quando capita un coinvolgimento emotivo da parte della vittima, il paradosso è ritrovarsi nella situazione del non riuscire a dimostrare e a far capire alle autorità competenti “chi raggira chi”. E in gioco non c'è solo il patrimonio di una persona o una famiglia perché il truffato nel momento in cui è vittima di questi raggiri poi spesso si ritrova a combattere con stati di depressione e crisi di autostima con il rischio che si lasci andare. Noi in Italia, un Paese caratterizzato da forte crisi demografica e con una delle età media più alta nel mondo (seconda solo a quella del Giappone) dovremmo tutelare di più gli anziani cercando di prevenire certi pericoli che sono ogni giorno in agguato senza dare troppa autorità a singole persone che dovrebbero sorvegliare e aiutare chi è in un'età più fragile e disporre graduali verifiche sul loro operato con la possibilità di creare un organismo nazionale ad hoc per il controllo su chi sta accanto o deve valutare il destino dei nostri anziani con la stessa attenzione e lo stesso principio di chi deve tutelare un minore.