Ztl, in arrivo 51 nuovi varchi a Roma: schiaffo ai cittadini della Capitale

Arrivano 51 nuovi varchi Ztl nel centro di Roma, a svantaggio dei cittadini delle (molte) aree periferiche. La "Città dei 15 minuti" a Roma non si può fare

Di Tiziana Rocca
Rocca sbrocca

Ztl a Roma, in arrivo 51 nuovi varchi. La protesta dei cittadini

Chi vive a Roma nelle zone meno centrali, sta assistendo da alcune settimane - non senza forte disapprovazione - all’installazione di 51 nuovi varchi d’accesso all’area Ztl, che saranno attivati il prossimo novembre, come voluto dal sindaco Gualtieri. La notizia è diventata virale sul web scatenando l’ira dei cittadini, specie di quelli residenti nelle zone più periferiche e meno servite dai trasporti pubblici della Capitale. Molte di queste persone, fiaccate - come buona parte del Paese - dalla pandemia prima e dalle conseguenze economiche della guerra poi (caro bollette, inflazione, crisi energetica), non hanno la possibilità di “bypassare” il problema dell’accesso perché le auto elettriche sono fuori dalla loro portata.

Il paradosso che ha fatto montare la rabbia risiede proprio nella forbice tra parole e fatti. In campagna elettorale l’amministrazione attuale aveva puntato sull’inclusività dei servizi, a dispetto della direzione intrapresa finora. Un vero e proprio autogol targato Gualtieri. Questa iniziativa formalmente rientra nel programma di riqualificazione dello spazio pubblico - come vogliono le direttive europee - ovvero il modello della “Città dei 15 minuti”. Tuttavia, il progetto implementato ad oggi, non prevede in parallelo una serie di interventi urbanistici (primo tra tutti il potenziamento del trasporto pubblico) e politiche di agevolazione e incentivo per i cittadini, attualmente non pervenute.

A questo si aggiungono altre questioni ugualmente urgenti. La città infatti vive una situazione drammatica sul fronte della sicurezza pubblica, ragion per cui le telecamere andrebbero installate ai margini delle zone interessate da episodi di violenza e rapine - all’ordine del giorno in zona stazione Termini - invece che ai varchi delle aree a traffico limitato per punire i cittadini romani.

Pertanto, io credo che l'iniziativa delle nuove Ztl dovrebbe essere riveduta, oppure subordinata a forti investimenti a favore del trasporto pubblico, coadiuvando una politica pro-cittadino, in virtù dei nuovi sviluppo economici e sociali subentrate dopo l’approvazione del progetto. Non sono sicura poi che il modello della “Città dei 15 minuti” - una città dove servizi e punti di interesse sono a 15 minuti di distanza - a cui si ispira questa iniziativa, sia adatta per una città policentrica come Roma e con un trasporto pubblico poco efficace, anche a causa delle caratteristiche strutturali sul fronte storico-archeologico della capitale.

Perchè Roma non può essere una "Città dei 15 minuti"

Una Ztl così massiccia, senza soluzioni alternative, rischia di paralizzare le vie secondarie spingendo il traffico altrove e congestionando ulteriormente altre arterie di collegamento. Nel Regno Unito, la città di Oxford, - molto più piccola della capitale - è stata divisa in 6 zone, dentro le quali ci si deve spostare a piedi o in bicicletta e dotati di un permesso delle autorità nel caso di spostamenti tra una zona e l’altra. Su questo punto si è scatenata la protesta dei cittadini, motivata dal fatto - comprovato - che la misura anti traffico in questione avesse ritardato quasi 240 ambulanze, che erano in attività per casi urgenti di vita o di morte. Il modello della “Città dei 15 minuti“ parte da Parigi, dove ha avuto un iter progettuale chiaro. Presentata in campagna elettorale dal sindaco, che dopo l’elezione ha mantenuto le promesse fatte con investimenti e misure concrete in cui il cittadino è al centro. Insomma, tutta un’altra storia.

Noi invece stiamo assistendo a un tentativo di sottomissione del cittadino meno abbiente, con metodi quasi da regime. Così è stato deciso, posta qualche deroga su determinate categorie (come alcune realtà imprenditoriali) per transitare con mezzi non autorizzati. Si fanno delle concessioni clamorose, senza capire che è la città e la politica che devono essere al servizio del cittadino; potrebbe rivelarsi anche il preludio di altre iniziative future, in ottica di modernizzazione, ma senza una visione progettuale avranno sempre un risultato discriminatorio. Si preferisce allora limitare la libertà dei cittadini. Passi il principio di contenere il traffico e l'inquinamento, ma senza progetti strutturali - con tempi e modalità adeguate - nell’ambito di discussioni condivise. Si rischia di sfruttare il calderone dell’ambiente solo per colpire gli automobilisti, con multe ingiuste che però riempiono le casse del comune.

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