Umbria, concorsi pubblici truccati: condanna di 2 anni per Catiuscia Marini
L'ex presidente della Regione Umbria, invece, è stata assolta per il reato di associazione a delinquere: "In secondo grado sapremo far chiarezza"
L'ex presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, è stata assolta per il reato di associazione e delinquere. Per aver truccato i concorsi pubblici, invece, condannata a 2 anni
Catiuscia Marini è stata condannata a 2 anni di reclusione per aver truccato i concorsi della sanità pubblica mentre era presidente della Regione Umbria, imputata nel processo che è stato definito il "concorsopoli" della sanità. È stata assolta, invece, per il reato di associazione a delinquere. Marini ha deciso di fare ricorso nel prossimo grado di giudizio. Fuori dall'aula del tribunale di Perugia ha, infatti, detto ai microfoni dell'Ansa: "Sono serena che in secondo grado sapremo far valere le nostre ragioni".
Nello stesso procedimento penale erano implicati altri tre personaggi politici umbri con l'accusa di associazione a delinquere. Tutti, tranne Marini, sono stati condannati. Gianpiero Bocci, l'ex sottosegretario agli Interni, dovrà scontare 2 anni e 7 mesi. Luca Barberini, è stato condannato a 3 anni. Infine, Maurizio Valorosi, l'ex direttore amministrativo dell'azienda ospedaliera di Perugia, dovrà scontare 1 anno sempre per il reato di associazione a delinquere che si somma alla condanna con rito abbreviato già inflitta.
LEGGI ANCHE: M5S e Pd alleati in Umbria. Dure critiche. Dimenticata inchiesta sulla sanità
All'esterno del tribunale di Perugia, Catiuscia Marini ha parlato ai giornalisti non tanto della condanna per aver truccato i concorsi, ma dell'assoluzione: "Considero molto importante che si sia fatto definitivamente chiarezza che non ho mai promosso in questa Regione un'associazione per delinquere ai danni del sistema sanitario regionale e di non averne mai fatto parte. Questo lo considero un risultato importante" ha aggiunto mentre lasciava il palazzo di giustizia. "Rimangono in piedi alcuni resti tipici del pubblico amministratore, tra cui l'abuso d'ufficio, e sono serena che in secondo grado sapremo far valere le nostre ragioni".
L'inchiesta, guidata dai pm Paolo Abbritti e Mario Formisano, era iniziata nel 2019 e aveva portato alle dimissioni di Marini dalla carica di presidente della Regione Umbria. L'indagine portava alla luce come alcuni degli imputati avessero imbastito una rete in grado di condizionare la maggior parte dei concorsi pubblici gestiti dall’Azienda ospedaliera di Perugia.