Agnoletto choc: "Media e scienza sono al servizio di Big Pharma e politica"
Dura presa di posizione del medico: "Al di là dei conflitti di interesse, c'è dietro l'idea che i cittadini siano bambini incapaci di decidere"
Vittorio Agnoletto: scienziati al servizio della politica e media mainstream megafono di Big Pharma
La scienza si è messa al servizio della politica e i media mainstream assomigliano a megafoni delle case farmaceutiche. Una presa di posizione molto dura, che non arriva da un alfiere del fronte No Vax, ma da un medico molto stimato come Vittorio Agnoletto, docente di Globalizzazione e Politiche della Salute all’Università degli Studi di Milano. Già presidente nazionale di LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS), nonché portavoce del Genoa Social Forum al G8 del 2001, Agnoletto è anche conduttore di “37, 2°”, che va in onda su Radio Popolare.
Proprio nel corso di una diretta sull’emittente milanese, Agnoletto ha parlato del complesso rapporto tra politica, scienza e informazione nell’era del Covid-19: “Il primo errore è stato confondere le aree di intervento dell’informazione, della scienza e della politica. La scienza è importante, ma deve rimanere nel suo ruolo. Deve dire: ‘Fino a qui abbiamo delle certezze, da qui in poi abbiamo delle ipotesi da verificare, oltre abbiamo dei punti di domanda ancora da esplorare totalmente’. A quel punto la comunicazione deve fare un lavoro molto complesso: trasformare queste informazioni tecnico-scientifiche in un linguaggio comprensibile da tutti, stabilendo certamente quali sono le notizie da dare per prime, quelle in secondo e quelle in terzo piano, ma cercare di passare tutte quelle fondamentali. La politica, di fronte a quei dati scientifici, deve assumersi le responsabilità, il diritto e dovere di decidere senza piegare la scienza ai propri desiderata. E la scienza non deve farsi piegare ai desiderata della politica”.
Gli errori su Astrazeneca, vaccini e immunità di gregge
Alla domanda se effettivamente la scienza si sia piegata alla politica dallo scoppio della pandemia ad oggi, Agnoletto ha risposto: “Totalmente! È questo il punto: la scienza (in gran parte, poi ci sono sempre le eccezioni) si è lasciata andare a dire quello che la politica in quel momento voleva sentirsi dire”. Agnoletto ha citato anche alcuni casi nei quali ciò è successo: “Ad esempio dicendo che saremmo arrivati all’immunità di gregge, oppure che con il vaccino avremmo potuto tutti fare una vita tranquilla, oppure ancora l’esaltazione degli Open Day di Astrazeneca. Per chiunque si occupi di sanità pubblica, gli Open Day di Astrazeneca sono un controsenso, perché gli interventi di sanità sono rivolti alla singola persona: per ognuno bisogna valutare se un vaccino va bene oppure no, che patologie pregresse abbia, che allergie abbia e via dicendo. Non sono una festa popolare nella quale la gente si mette in coda, ‘avanti uno e dietro quell’altro’! In più: è vero che avevamo dei residui forti di Astrazeneca, ma questo non era sufficiente per dire che andavano utilizzati su una popolazione rispetto alla quale erano già uscite delle ricerche che dicevano che non era il vaccino più adatto. E la scienza su tutto questo ha taciuto, è stata zitta, e questo non va assolutamente bene”.
“I media mainstream sono dei megafoni di Big Pharma”
Nel corso della trasmissione “Prisma”, Agnoletto ha aggiunto che “la politica aveva bisogno di dire che avevamo un vaccino che con una sola somministrazione risolveva tutto (Johnson & Johnson) e la scienza le è andata dietro. Ma questo è un punto molto molto importante: la divisione dei ruoli. Non parliamo dei media mainstream: sono ormai diventati dei megafoni dei comunicati-stampa delle aziende farmaceutiche! Non c’è nessun tentativo di approfondimento, di scavare. Ma dietro – a parte i problemi di dipendenza e di conflitti di interesse col potere delle Big Pharma – c’è un’idea: considerare i cittadini e le cittadine italiane un po’ come bambini, come incapaci di assumersi delle responsabilità. Si tende sempre a semplificare il messaggio e così si rischia anche di dire delle stupidate che poi vengono smentite (…). Abbiamo avuto dichiarazioni di EMA che dopo due o tre settimane sono state smentite, basti pensare a Johnson&Johnson o ad Astrazeneca che inizialmente si era detto che non andasse assolutamente utilizzata con le persone anziane e poi esattamente il contrario. Qui c’è il ruolo di EMA: l’ente regolatorio europeo non ha un’autonomia finanziaria, per cui non può andare direttamente a verificare dei trial ed eventualmente a rifarli, ma lavora solo e unicamente sulla documentazione presentata dalle aziende farmaceutiche. In più c’è una porta girevole, per cui a volte ai vertici di EMA si trova chi prima era in azienda farmaceutica e viceversa. EMA va riformata. Deve avere maggiore autonomia e quindi maggiore credibilità scientifica”.
Quanti silenzi sugli effetti collaterali dei vaccini
“Io non credo che sia un’opera utile che i grandi media tacciano degli effetti collaterali delle vaccinazioni. L’ultima puntata di ’37,2°’, proprio su questo tema, sarebbe potuta durare altre due ore. Abbiamo risposto a domande che in genere vengono eluse dagli infettivologi. Gli effetti collaterali ci sono. Alcuni sono banali, semplici, che si risolvono in 48 ore, ma ci sono anche effetti collaterali più pesanti che possono durare per settimane e mesi. Se questo non viene detto, quando uno fa un vaccino e poi dopo sviluppa degli effetti collaterali, si preoccupa moltissimo perché pensa di essere un caso quasi unico e la prima cosa che fa è dire a chi gli sta intorno di aspettare a fare il vaccino. Se invece gli effetti collaterali sono spiegati, relativizzandoli anche nella loro numerosità (cioè nell’incidenza che hanno sulle persone vaccinate), spiegando anche che il rapporto tra rischio e beneficio è comunque favorevole a quest’ultimo, se si spiega che chi ha certe patologie pregresse è bene che faccia il vaccino in ospedale e che si consulti prima con un medico, ecc., non solo ridurremmo gli effetti collaterali, ma manderemmo un messaggio più corretto, che in qualche modo tranquillizza le persone, ma soprattutto stabilisce un rapporto di verità. A quel punto, andremmo a togliere un’arma fondamentale ai No Vax, che altrimenti dicono: ‘Vedete, la gente si infetta anche se vaccinata’. Se non hai detto prima che i vaccini servono soprattutto a bloccare l’evoluzione della malattia, sei preso in contropiede. E lo stesso vale per gli effetti collaterali, se non ne hai parlato prima”.
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