Coronavirus, impennata contagi tra i vaccinati. Accelerata per la terza dose
Tra gli over 80 nell'ultimo mese sono stati più i ricoverati immunizzati che quelli scoperti (294 contro 220). Si valuta se la copertura abbia perso efficacia
Coronavirus, impennata contagi tra i vaccinati. Accelerata terza dose
Il Coronavirus in Italia continua a far paura. La variante delta è sette volte più contagiosa del virus tradizionale e questo provoca una maggior facilità di contagio. Tutti i dati sono in continuo aumento, dai positivi giornalieri ai morti, dai ricoveri in ospedale in reparti ordinari a quelli in terapia intensiva. Quasi il 90% degli italiani che hanno oltre 60 anni, - si legge su Repubblica - sono stati vaccinati completamente o con almeno una dose. Proprio le alte coperture fanno sì che tra i nuovi infetti e ricoverati ci siano anche persone che avevano completato il ciclo. Succede ad esempio con gli ultraottantenni. Nell’ultimo mese, in base ai dati dell’Istituto superiore di sanità, ne sono finiti in ospedale 220 senza vaccino e 294 che lo avevano fatto. Si tratta di un cosiddetto “effetto paradosso”: con la crescita delle coperture, ormai altissime in quella fascia di età, sale anche il numero assoluto di coloro sui quali il medicinale non funziona, circa il 5% del totale secondo gli studi. Magari supera anche quello di chi non ha coperture.
L’Istituto superiore di sanità - prosegue Repubblica - sta valutando i dati per capire se tra i vaccinati che si ammalano c’è una prevalenza di coloro che hanno avuto la somministrazione da più tempo, cosa che appunto rivelerebbe una riduzione della protezione. Per ora non ci sono segnali in questo senso. Le coperture tengono. Il dato è utile per capire quando partire con la campagna delle terze dosi. Che venga fatta ormai è certo, si aspetta soltanto che gli esperti, tra i quali quelli del Cts, indichino quando partire. L’idea è di iniziare ad ottobre e vedere quante persone sono state vaccinate e cioè se si è raggiunto l’obiettivo dell’80%, cosa che sembra molto probabile. A quel punto si continueranno a fare somministrazioni alle persone scoperte che lo chiedono ma si dovrebbe anche iniziare con le terze dosi ai più fragili.