Covid, piano da "100mila morti" ottimistico: realtà già peggiore. Le carte

La data chiave del 20 febbraio 2020. I dati catastrofici forniti nel documento dell'esperto Merler erano noti da 8 giorni ma la zona rossa non si fece

Coronavirus

Covid, i dati drammatici erano davanti agli occhi, furono ignorati

Continua a far discutere la decisione della Procura di Bergamo di iscrivere nel registro degli indagati 20 persone per la mancata zona rossa di Alzano e Nembro, tra cui anche l'ex premier Conte e l'ex ministro della Salute Speranza. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti c'è una data chiave. Il ministero della Salute, i tecnici del Cts e della Lombardia - si legge sul Corriere della Sera - sanno del virus il 20 febbraio 2020, quando alle ore 20 all’ospedale di Codogno viene diagnosticato il Covid al Paziente 1. Nell’inchiesta della Procura di Bergamo per epidemia colposa, i contenuti del Piano giocano un ruolo decisivo per valutare se chi in quel momento deve decidere ha le conoscenze e gli strumenti per farlo. Bisogna leggere le carte: l’informativa sull’attività investigativa, il Piano, le email dei protagonisti di quei drammatici giorni e i verbali con l’interrogatorio di Stefano Merler, il matematico della Fondazione Bruno Kessler (Fbk) fra i massimi esperti mondiali di modelli epidemiologici, che già prima di Natale inizia a studiare la diffusione del Covid in Cina.

La presentazione del «Piano nazionale sanitario» - prosegue il Corriere - avviene nel pomeriggio del 20 febbraio, ma il primo report fu inviato l'11 febbraio.  L'incontro alla presenza del ministro Speranza. «Mi sono occupato di fornire stime del possibile andamento della pandemia in Italia — spiega Merler agli investigatori — e valutazioni sugli interventi per contenerla». Oltre a Merler, il relatore è Alberto Zoli, membro del Cts e alla guida dell’Emergenza-Urgenza di Regione Lombardia. Il 21 febbraio il Piano è utilizzato per adottare i primi provvedimenti: scatta la zona rossa a Codogno. "Ne discende - valutano gli inquirenti - che il peggior scenario ipotizzato dal Piano era ben lontano dalla cruda e grave realtà, con l’ovvia conseguenza che sin da quei giorni il Cts avrebbe dovuto proporre, ed il ministero adottare, provvedimenti restrittivi ben più incisivi". Nello scenario 3 bis la proiezione è di 1.000 casi notificati dopo 38 giorni dal primo che ha generato l’epidemia vera e propria (i primi accertati in Lombardia risalgono a circa inizio gennaio), con un’occupazione del 75% dei posti di Terapia intensiva dopo 64 giorni e del 120% dopo 67. Il sistema sanitario sarebbe quindi andato al collasso dopo 2 mesi.

Tags:
inchiesta covid