Cts, scuola: rivolta degli scienziati contro Locatelli: "Regole mai discusse"
Alcuni membri del Comitato: "La decisione era già stata presa dal governo, noi totalmente scavalcati"
Cts, scuola: "Decisioni prese dal governo, il nostro parere nullo"
La variante omicron avanza con sempre più forza in Italia. Ogni giorno si registra un nuovo record di contagi e adesso anche il numero di morti e ricoverati sale vertiginosamente, sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva. E i numeri sono destinati a crescere con il rientro degli studenti a scuola in presenza. Ma gli scienziati del Cts sulla questione non hanno avuto nessuna voce in capitolo. Questo - si legge sul Fatto Quotidiano - è quanto sostengono alcuni membri del comitato tecnico scientifico. "Non abbiamo mai parlato né dell'obbligo vaccinale, né delle nuove regole per riaprire le scuole”, dicono. Sono due delle materie di cui al decreto legge numero 1 del 2020, che porta la data del 7 gennaio perché è stato corretto e modificato a lungo e quindi pubblicato nella tarda serata di venerdì scorso, ma era stato deciso, nella sostanza, mercoledì 5 a Palazzo Chigi.
"Le misure - proseguono gli scienziati al Fatto - non erano all'ordine del giorno e comunque erano state già approvate. S’è parlato della situazione epidemiologica e del concorso della Corte dei conti. I membri del Cts sono rimasti sorpresi dalle dichiarazioni del loro coordinatore Franco Locatelli, non sono contrari all’obbligo vaccinale, semmai sono preoccupati che le decisioni adottate, compresa l’estensione del Green Pass a una serie di attività prima escluse, non avranno un impatto immediato sulla diffusione del contagio che minaccia seriamente, qui e ora, la tenuta del sistema sanitario. Diversi membri del Cts, peraltro, temono che il coordinatore professor Locatelli, interloquendo direttamente con Draghi, abbia sovrapposto la propria figura al comitato stesso.
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