Vaccini, Abrignani: "Terza dose ai fragili. Variante delta? Addio immunità"
L'immunologo del Cts: "Partiamo da anziani e malati, a loro serve un rinforzo, poi passeremo a tutti gli over 60"
Vaccini, Abrignani: "Terza dose ai fragili. Addio immunità di gregge"
L'emergenza Coronavirus in Italia continua senza sosta a causa soprattutto della variante delta che ormai è diffusa su tutto il territorio. Preoccupa la situazione negli ospedali, con i reparti Covid ordinari e di rianimazione tornati ad essere sotto pressione. La campagna vaccinale procede, nonostante i rallentamenti dovuti alle vacanze estive. L’obiettivo - si legge su Repubblica - sarà raggiunto nei tempi previsti. Ai primi di settembre il 70% degli italiani con più di 12 anni avrà concluso la vaccinazione e dopo circa un mese si toccherà l’80% di copertura. Poi si potrebbe già partire con le terze dosi, riservate inizialmente ai più fragili perché immunodepressi, ma si andrà comunque avanti anche con i cittadini che non hanno ancora ricevuto alcuna somministrazione. Per alzare ancora la percentuale delle persone protette.
Una volta agganciato l’obiettivo, però, - prosegue Repubblica - la partita non sarà finita. Intanto perché non si potrà dire di aver raggiunto l’immunità di gregge e poi perché appunto bisognerà pensare a nuove somministrazioni, già previste in vari Paesi. Israele ha già iniziato due settimane con gli over 60. Anche la Gran Bretagna va nella stessa direzione, come la Germania e la Francia. E ieri negli Usa Anthony Fauci, capo dell’Istituto per le malattie infettive, ha detto: «Quasi certamente sottoporremo tutta la popolazione a un richiamo del vaccino anti Covid".
L'immunologo Sergio Abrignani del Cts spiega il perchè della necessità di fare la terza dose. "In questo momento - dice Abrignani a Repubblica - nel mondo occidentale circa il 98% dei morti ha più di 60 anni. Quindi si va verso una terza dose per queste persone. Prima però ci sono da proteggere i fragili che rispondono poco al vaccino a causa delle loro condizioni. Si tratta ad esempio di soggetti che fanno la chemioterapia, che hanno sindromi di immunodeficienza, oppure che assumono alte dosi di cortisone. Non sono tanti nel nostro Paese, al massimo mezzo milione di persone. Questa variante rende impossibile l’immunità di gregge ma comunque abbiamo allo stesso tempo una mitigazione enorme del rischio".